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Decreto Competitività e rinnovabili: le associazioni chiedono una revisione

Sotto i riflettori la nuova maggiorazione del 25% introdotta nella tassazione dei ricavi che le aziende agricole ottengono producendo energia pulita

Decreto Competitività e rinnovabili: le associazioni chiedono una revisione(Rinnovabili.it) – Rivedere immediatamente le misure restrittive a carico delle rinnovabili italiane inserite nel Decreto Competitività. Questa la richiesta che arriva oggi dal Coordinamento Free congiuntamente ad Agrinsieme. I due enti puntano i riflettori sul nuovo provvedimento che andrebbe a colpire in maniera retroattiva quanti nel settore agricolo e zootecnico  hanno investito  nelle green energy. Parliamo della maggiorazione del 25% (cinque volte l’imposta precedente!) nella tassazione dei ricavi che le aziende ottengono producendo energia pulita e che il nuovo decreto (n.66/2014) introdurrebbe già a partire dal periodo d’imposta 2014. Il provvedimento secondo il settore stesso delle rinnovabili avrebbe ripercussioni economiche ed occupazionali inaccettabili.  

 

“Le imprese agricole italiane – spiegano Free e Agrinsieme in una nota congiunta –  si sono fidate di un contratto siglato con lo Stato e hanno investito in modo convinto sulla green economy. Più di 1.200 MW di biogas e biomasse installati nel solo settore agricolo, almeno 2.700 MW di impianti fotovoltaici installati in agricoltura. Un investimento di circa 6,8 mln ogni MW installato per gli impianti a biogas e biomasse (quasi 8 miliardi complessivi); circa 13 miliardi nel settore del fotovoltaico agricolo. Nel solo settore del biogas gli addetti impiegati stabilmente sono più di 10 mila, senza contare l’indotto generato nel settore industriale e della meccanica agraria”. “Questo assurdo nuovo ostacolo allo sviluppo delle rinnovabili in Italia – concludono Free e Agrinsieme – si sta decidendo proprio all’indomani degli ultimi dati allarmanti sui cambiamenti climatici forniti dalla rete internazionale di esperti del clima, l’Ipcc, e proprio mentre l’Unione Europea, dopo aver fissato precisi obiettivi per le rinnovabili da raggiungere entro il 2020, sta già programmando i nuovi obiettivi al 2030, convinta che questa sia l’unica strada percorribile per contrastare i cambiamenti climatici”.