(Rinnovabili.it) – È un sì a mezza bocca quello pronunciato dalla Regioni al Disegno di Legge che stabilisce norme per il contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato. I rappresentanti della Conferenza delle Regioni sono stati ascoltati ieri, in merito alle nuove norme, presso la Commissione Agricoltura del Senato. Ma quello che è emerso fin da subito è una sorta di spaccatura tra posizione centrale e locale.
“Abbiamo rappresentato alla Commissione l’apprezzamento per l’iniziativa del Parlamento e per gli intenti e le finalità che il provvedimento intende perseguire. Ma abbiamo anche illustrato i rilievi critici frutto del lavoro congiunto di ben tre commissioni della Conferenza: Urbanistica, Ambiente e Agricoltura, ha spiegato a Palazzo Madama, Pierpaolo Nagni, Assessore della Regione Molise. “Ma ritengo che tutto ciò non possa pregiudicare quanto già è stato fatto con diverse normative regionali e che soprattutto qualsiasi norma debba agevolare e semmai rendere più efficace la programmazione regionale, senza esagerare nella normativa di dettaglio”.
Due i principali nodi ravvisati nel documento di osservazione al Ddl consumo del suolo approvato in Conferenza lo scorso 9 marzo: il mancato coinvolgimento nella fase di predisposizione del testo e un “approccio parziale” ad una tematica che è invece quanto mai “complessa e multidisciplinare”.
Il verdetto è severo: per la Conferenza è “concettualmente sbagliata l’intera impostazione generale”. Ma il dialogo riparte da precise criticità che secondo i rappresentati regionali possono ancora essere superate.
In questo contesto la posizione depositata in Senato chiede che, per le tematiche strettamente interagenti sul consumo di suolo, il Parlamento ed il Governo condividano l’esigenza delle Regioni e delle P.A. di integrazione fra politiche e strumenti che diano forma ad una vera e propria Agenda Territoriale, individuando un “presidio” a livello governativo per costruire una piattaforma di coordinamento di politiche, risorse finanziarie e tempi, connesse alla gestione del suolo.
E ancora domanda di superare il modello concettuale su cui il DDL in esame è basato, caratterizzato dalla separazione tra esigenza di tutela dell’attività agricola ed esigenza di azzerare l’attività edificatoria, senza porre in modo chiaro la soluzione al problema dei vincoli conformativi della proprietà e diritti edificatori che il DDL in esame supera (e non risolve) con una moratoria finale e con numerose deroghe alle sue stesse modalità attuative.