Gli esperti di EURAC Research stanno lavorando ad un database europeo su consumi e comfort degli edifici a “energia quasi zero” di tutta Europa
(Rinnovabili.it) – Con l’emanazione della direttiva 2010/31/UE (la nuova EPBD – Energy Performance Building Directive) l’Unione Europea ha introdotto il concetto di edifici a “energia quasi zero” (o NZEB per usare l’acronimo inglese) per tutte le nuove costruzioni, sia pubbliche che private. La nuova classificazione racchiude tutti gli edifici ad altissima prestazione energetica, capaci di minimizzare consumi legati alla climatizzazione e riscaldamento degli ambienti, all’illuminazione alla produzione di acqua calda sanitaria. L’Italia ha recepito la direttiva nel proprio ordinamento giuridico relativamente da poco e nonostante non vi sia nessun obbligo prima del 2018, viene da chiedersi quanti immobili già oggi potrebbero soddisfare il requisito delle alte prestazioni.
A rispondere sarà presto il centro di ricerca applicata EURAC Research con il suo Istituto per le energie rinnovabili. Gli esperti dell’istituto stanno lavorando ad un database europeo su consumi e comfort degli edifici energeticamente efficienti di tutta Europa.
Un database per gli edifici energeticamente efficienti
Il progetto, grazie a un sistema di aggiornamento automatico, nei prossimi anni diventerà un osservatorio permanente sugli edifici di nuova generazione. L’Unione europea potrà utilizzarlo per verificare le prestazioni reali dei fabbricati, ma sarà soprattutto uno strumento per migliorare le costruzioni del futuro: le informazioni disponibili contribuiranno ad affinare le tecniche di progettazione e la gestione ottimale delle strutture. Il database terra conto di tipologia costruttiva, collocazione geografica, numero di piani e metri cubi, mentre dei software connessi al sistema di controllo dell’edificio registreranno i consumi per il riscaldamento e l’illuminazione e la quantità di energia prodotta da impianti rinnovabili.
Con un sondaggio accessibile da internet, ogni gestore di un edificio potrà interrogare gli utenti della struttura e raccogliere informazioni sul comfort percepito che confluiranno nella banca dati. Tutti i fabbricati registrati hanno un bilancio quasi nullo tra l’energia che producono da fonti rinnovabili e quella che consumano per riscaldamento, raffrescamento e illuminazione.
Il team di ricerca
Il gruppo di partner, di cui EURAC Research è capofila, si riunito a Bolzano il 15 e il 16 settembre scorsi per dare l’avvio ufficiale all’attività: nei prossimi anni i cinque partner – due italiani, due belgi e uno irlandese – lavoreranno per prima cosa alla definizione degli indicatori prestazionali per valutare le prestazioni degli edifici, per poi concentrarsi sulla struttura del database e sui sistemi informatici per acquisire in automatico i dati ed elaborarli. “Studiando questi edifici ora – spiega Wilmer Pasut, coordinatore del progetto per EURAC Research – possiamo imparare dal costruito, capire il perché di determinati successi e di inefficienze, talvolta inaspettate. Ecco perché oggi l’Unione europea ha bisogno di uno strumento per valutare in modo continuo e duraturo ciò che è stato fatto e per migliorare gli edifici di domani”.