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COP 21: quanto costa e chi paga

COP 21 quanto costa e chi paga_

(Rinnovabili.it) – Quanto costa la COP 21 di Parigi? La capitale francese sarà il centro del mondo dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi, e per pianificare la conferenza sul clima delle Nazioni Unite è stata messa in campo una macchina organizzativa da 187 milioni di euro. Le spese saranno così suddivise:

51 milioni di ospitare la conferenza. Governo delegazioni, esperti e ONG si incontreranno per quasi due settimane a Le Bourget. Il costo di noleggio della struttura è di 13 milioni di euro. Ma gli 80.000 metri quadrati della sala espositiva non sono sufficienti, e si dovrà spendere in totale quasi 51 milioni per trovare altre sistemazioni.

80 milioni per equipaggiare e mettere in sicurezza gli spazi. Trovata la location, bisogna fornirla di oggetti imprescindibili. Per prima cosa i mezzi digitali: serviranno tre dispositivi per partecipante, un computer, un tablet e un telefono. Il paese organizzatore deve poi garantire la sicurezza: 6,2 milioni serviranno a finanziare questo comparto. Non dovrà mancare un sistema di traduzione e di riproduzione audio/video, che costerà circa 3,3 milioni.

COP 21 quanto costa e chi paga

10,9 milioni per la comunicazione e 15 per il soggiorno. La Francia supporta anche le spese di viaggio e pernottamento delle delegazioni dei Paesi poveri, che non sempre hanno i mezzi per avere finanziare una buona diplomazia. Inoltre, rimborsa le spese della delegazione delle Nazioni Unite, per un totale di 7.5 milioni di euro. Il trasporto giornaliero di tutte le delegazioni costerà più o meno lo stesso, circa 7,2 milioni. Il budget per la comunicazione è stimato in 10.9 milioni.

Bilancio totale : 187 milioni. In tutto, l’organizzazione di questa conferenza internazionale costerà 187 milioni di euro: 179 nel 2015 e 8 dollari che verranno messi a bilancio nel 2016.

Anche se gli organizzatori ritengono che questo summit sul cambiamento climatico avrà un ritorno economico per il territorio di 100 milioni di euro, Parigi non vuole accollarsi le spese in toto: il suo obiettivo è che il 20% del totale arrivi da imprese private che si sono rese disponibili a sponsorizzare l’evento. Un target realistico, dato che il vertice può essere una vetrina per le aziende legate all’ambiente o che vogliono “rinverdire” la propria immagine. Ma anche un terreno piuttosto scivoloso visto che tra i main partner della COP21 ci sono il colosso svedese del carbone Vattenfall, la BMW e il gigante delle macchine movimento terra New Holland. Diverse lobby che avversano la transizione energetica, oltre a quelle già citate, hanno tutta l’intenzione di mettere il cappello sulla conferenza. In tal modo, i critici hanno buon gioco nel sostenere che il governo sfrutta una riunione di interesse generale per soddisfare gli interessi particolari di alcune aziende.

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