(Rinnovabili.it) – Guardare a Madre Natura per scoprire come migliorare la tecnologia umana. L’approccio biomimetico alla progettazione ha raggiunto anche la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Toronto dove il professore Ben Hatton si è lasciato ispirare dalla natura umana per trovare un modo con cui ridurre le perdite energetiche dalle finestre. In un articolo recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Solar Energy Materials & Solar Cells, Hatton e colleghi descrivono un nuovo processo in grado di limitare in maniera sensibile la perdita di calore durante l’inverno mantenendo al contempo gli edifici freschi d’estate.
Il loro “approccio di controllo termico bio-ispirato per il raffreddamento (o riscaldamento) di superfici” prevede di fissare su normali finestre, fogli otticamente chiari di elastomeri flessibili. Si tratta di particolari lastre attraversate per tutta la loro superficie da una reticola di canali in cui scorre acqua a temperatura ambiente. “I nostri risultati mostrano che una rete vascolare artificiale all’interno di uno strato trasparente, composta di canali su scala micrometrica, ed estesa sull’intera superficie di una finestra, è in grado di offrire un meccanismo di raffreddamento supplementare e innovativo per la costruzione di infissi e un nuovo strumento di controllo termico per la progettazione degli edifici”, spiega il ricercatore.
Durante gli esperimenti di laboratorio, la nuova tecnica ha portato ad un raffreddamento di circa 7-9 gradi Celsius. “Al contrario dei sistemi di controllo termico artificiali, gli organismi viventi hanno evoluto un meccanismo completamente diverso e molto efficace per regolare la temperatura, principalmente basato sulle reti vascolari interne. Ad esempio, i vasi sanguigni si dilatano per aumentare il flusso sanguigno sulla superficie della pelle per aumentare il trasferimento di calore convettivo, mentre si restringono e limitano il flusso quando la siamo esposti al freddo”. Lo stesso principio guida la tecnologia dell’ateneo canadese. Secondo Hatton la tecnologia potrebbe rivelarsi utile anche nel caso dei moduli fotovoltaici, aumentando la loro efficienza.