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Consumo di suolo: in Liguria persi 4 km di costa

In 23 anni la Liguria ha perso 4 km di costa. Lo mette il evidenza il dossier presentato da Goletta Verde per dire stop alla cementificazione

Giornata mondiale del suolo
Image by Dominique Knobben from Pixabay

(Rinnovabili.it) – Quattromila metri di coste sottratti alla popolazione. Questo il bilancio di Goletta Verde sul consumo di suolo in Liguria, che mette in evidenza come in 23 anni siano spariti per sempre parti importanti del paesaggio ligure, sostituiti da cemento e nuove costruzioni.

“Sotto il peso del cemento rischiano di sparire altri chilometri di paesaggi di pregio. La Regione fissi immediatamente un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall’edificato di almeno un chilometro dal mare” ha specificato Legambiente chiarendo che su 345 km di costa 4 sono ormai stati cancellati e sembra che la tendenza non accenni ad arrestarsi.

Per dire stop al consumo  di suolo indiscriminato Legambiente ha proposto di fissare un nuovo vincolo che impedisca la costruzione di nuove strutture su tutte le aree costiere ancora libere per almeno un chilometro dal mare.

E’ questo quanto diffuso dalla Goletta Verde di Legambiente in attesa dell’incontro che alle 11.30 renderà pubblici i dati relativi ai monitoraggi che definiscono la condizione di salute del mare ligure.

Per capire in che modo sono state modificate le coste della regione gli esperti si sono serviti di immagini satellitari che dal 1988 al 2011 hanno registrato 23 anni di cambiamenti e di consumo di suolo in favore del cemento, dati raccolti nel dossier “La costa ligure, da Marinella di Sarzana a Ventimiglia: l’aggressione del cemento e i cambiamenti del paesaggio”.

“I paesaggi costieri sono uno straordinario patrimonio e costituiscono una parte rilevante dell’identità italiana oltre che una potenzialità unica di valorizzazione turistica ed economica – dichiara Edoardo Zanchini,  vicepresidente di Legambiente –. I cambiamenti avvenuti in Liguria, come in altre Regioni italiane, negli ultimi decenni sono purtroppo molto rilevanti e in larga parte poco conosciuti. Anni in cui  sia le Regioni che il Ministero dei Beni Culturali hanno sostanzialmente chiuso gli occhi di fronte a quanto stava succedendo sulle nostre coste. Oggi cambiare non solo è possibile ma anche urgente – conclude Zanchini –  per riuscirci occorre avere il coraggio e la lungimiranza di fissare un vincolo di  inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere attualmente non edificate per almeno 1 chilometro dal mare. E in parallelo definire una seria politica di riqualificazione di un patrimonio edilizio sia residenziale che turistico spesso costruito con ottica speculativa, senza qualità e futuro”.