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Consumi edilizia: quell’opportunità mancata chiamata efficienza

 

Consumi edilizia

 

Consumi edilizia: il nuovo report della GABC

(Rinnovabili.it) – Il tema “consumi edilizia” entra prepotentemente nei bilanci di fine anno. E lo fa attraverso un documento, il report del Global Alliance for Buildings and Construction (GABC), redatto dall’Agenzia internazionale dell’Energia e presentato oggi nella capitale francese. La scelta del luogo di lancio non è casuale: il dossier si ripropone infatti di analizzare lo stato dell’edilizia sul fronte della domanda energetica dopo lo storico Accordo di Parigi alla COP21 del 2015.

 

Per far ciò, gli autori hanno considerato tutti gli impegni e le azioni intraprese da Paesi, città, industrie e stakeholder per inserire il settore delle costruzioni su un percorso di sostenibilità. Ma quello che emerge dal documento è tutto fuorché un comparto in trasformazione. Come spiega John Dulac, analista energetico dell’Agenzia, l’ultimo decennio ha visto importanti cambiamenti nel mondo energetico, dallo sprint del fotovoltaico all’avanzata degli scisti, dalla diffusione dei veicoli elettrici all’illuminazione ad alta efficienza. Ma c’è un settore, fra tutti, che sembra abbastanza impermeabile ai cambiamenti: l’edilizia. Gli edifici sono ancora oggi responsabili di circa il 30% degli usi finali dell’energia a livello mondiale del 39% delle emissioni di CO2 legate all’energia. Percentuali gigantesche.

 

Quello che preoccupa non sono tanto le potenzialità inespresse, ovvero quei risparmi mancati, ma il profondo gap che separa il tasso di crescita del settore da quello dell’efficienza. Negli ultimi 10 anni il Pianeta ha aggiunto circa 50 miliardi di metri quadrati di nuova superficie cementificata. Che significa quasi costruire un nuovo Empire State Building ogni 25 minuti o una città grande come Parigi ogni 5 giorni. Questa corsa al mattone ha completamente oscurato quella al risparmio energetico. I consumi in edilizia sono rimasti quasi gli stessi

 

“I miglioramenti dell’intensità energetica negli edifici stanno avanzando lentamente”, ma se si facesse uno sforzo più concertato per guidare maggiori investimenti nell’efficienza energetica, quel potenziale non sfruttato si tradurrebbe in enormi risparmi energetici”, scrive Dulac. Ad esempio, la costruzione di edifici ad alte prestazioni e riqualificazione energetica di quelli esistenti potrebbe far risparmiare circa 330 exajoule (oltre 91mila TWh) fino al 2060. Passare a tecnologie di riscaldamento e raffreddamento ad alta efficienza taglierebbe altri 660 EJ in termini di domanda cumulativa di energia.

 

Sfortunatamente, c’è una mancanza di visone politica nell’indirizzare gli investimenti giusti nel comparto. Quasi il 70% consumi in edilizia a livello mondiale non è coperto da codici e standard obbligatori e attualmente due terzi dei Paesi non dispongono ancora di norme energetiche per la costruzione di nuovi edifici. Un’altra barriera importante è il finanziamento. La spesa totale per l’efficienza energetica nel settore rappresenta meno del 9% degli oltre 4,6 miliardi di dollari spesi per costruzioni e ristrutturazioni nel 2016. In molti mercati – sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo – questi investimenti sono ancora considerati un rischio, nonostante tutte le prove che dimostrano le opportunità legate al risparmio energetico.

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