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Dall’economia circolare 3mln di green job per l’Europa

Dall’economia circolare 3mln di green job per l’Europa

 

(Rinnovabili.it) – Investire nell’economia circolare non porterà solo ritorni monetari ed ambientali, ma anche importanti contributi sul fronte occupazionale. Secondo quanto spiega l’ultimo report della WRAP (organizzazione che aiuta le imprese e gli individui a ridurre i rifiuti, sviluppare prodotti sostenibili e utilizzare le risorse in modo efficiente) la cosiddetta “circular economy” potrebbe creare tre milioni di posti di lavoro nell’Unione Europea e ridurre l’attuale disoccupazione strutturale di 520mila unità entro il 2030. A mezzo di paragone, se l’UE-28 dovesse continuare invece nel suo percorso di sviluppo attuale, quello tipico dell’economia lineare, per la stessa data dovremmo aspettarci solo 1,2 posti di lavoro. “Economic Growth Potential of More Circular Economies”, questo il nome dello studio, è il primo nel suo genere a descrivere il potenziale occupazionale per ciascuno Stato membro, le industrie che lo supportano, e le abilità che saranno richieste. Attualmente, si stima siano 3,4 milioni le persone occupate in questo mercato nascente, in settori come quello della riparazione, dei rifiuti e riciclaggio e di settore noleggio e leasing.

 

Questo ulteriore livello di dettaglio costituisce oggi il pezzo mancante del puzzle che mostra come l’economia circolare supporti il progetto della Commissione per la crescita e l’occupazione”, ha commentato Liz Goodwin, amministratore delegato di WRAP. “E’ chiaro che molti paesi potrebbero ottenere notevoli benefici in grado di migliorare il loro mercato del lavoro, l’economia, così come l’ambiente”. Naturalmente ogni paese ha sviluppato una specializzazione in un determinato settore di attività dell’economia circolare. Per Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia e Romania, è la raccolta e il trattamento dei rifiuti ad impiegare la più alta percentuale di persone. Nel frattempo, in Austria, Estonia, Finlandia e Francia, il mercato del lavoro è più focalizzato sulle attività di riparazione, mentre i negozi al dettaglio di beni di seconda mano sono più popolari in Regno Unito, Lituania e Ungheria.

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