Gli insediamenti informali della metropoli indiana sono costruiti con materiali di recupero. Da qui l’ispirazione per la “Casa Collage”, che esplora le potenzialità del riciclo in architettura
(Rinnovabili.it) – Vecchie porte e infissi di recupero. Oppure colonne di legno antico, ma anche grondaie di latta e metallo. Tutti mescolati insieme, in un patchwork quantomeno bizzarro, formano la facciata di una casa in India. Questo esempio di architettura riciclata si trova a Mumbai e prende il nome di “Collage House”.
Il progetto è firmato dallo studio SPS+ Architects e prende ispirazione dagli insediamenti informali che circondano la città. Una città che è la più popolosa dell’intera India e con i suoi oltre 18 milioni di abitanti rientra di diritto tra gli agglomerati urbani più affollati al mondo. Con il classico fardello di contraddizioni: se da un lato Mumbai è la capitale finanziaria e commerciale del Paese e conta il maggior numero di super-ricchi, dall’altra fa da contraltare l’estrema povertà degli slum.
L’architettura riciclata di Collage House
Per SPS+, questo dato di fatto è uno stimolo a ripensare ruolo e prospettive dell’architettura riciclata. “Vivendo a Mumbai è impossibile ignorare gli insediamenti informali nella città – spiegano gli architetti commentando il loro progetto – Ma se si osserva da vicino questo fenomeno, ci sono molte lezioni che si possono imparare dalla frugalità, adattabilità, abilità di multi-tasking, intraprendenza e ingegnosità”.
Una grande quantità delle finestre, porte e scuri di recupero conserva ancora i propri cardini originari. Ciascuna di esse può quindi essere aperta, garantendo ventilazione naturale e il pieno controllo della climatizzazione. L’abitazione comprende anche una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana della capienza di 50mila litri. Sul tetto sono installati pannelli solari.