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Clima ONU pessimista sulla sorte della COP 21

L’estate è quasi finita e gli impegni per ridurre le emissioni e salvare il clima sono arrivati solo da un terzo dei Paesi aderenti all'UNFCCC

Cambiamento climatico forti perdite per gli investimenti privati 3

(Rinnovabili.it) – Meno di un terzo dei 196 governi alla ricerca di un accordo globale sul clima ha presentato piani di riduzione delle emissioni. Un fatto che, a tre mesi e poco più dalla COP 21 di Parigi, sta sollevando preoccupazioni in ambito ONU.

I piani nazionali sono propedeutici ad un accordo più ampio, volto a mettere il mondo sulla strada giusta per a mantenere le temperature globali sotto i 2 °C di media rispetto ai livelli preindustriali. Tra i funzionari delle Nazioni Unite serpeggia, tuttavia, un certo sconforto: secondo il Wall Street Journal ritengono improbabile che il target verrà rispettato nell’accordo di quest’anno.

Mentre l’Unione europea, la Cina, gli Stati Uniti e altri grandi emettitori hanno presentato i loro obiettivi per la riduzione delle emissioni, molte delle principali economie che ancora amano definirsi “in via di sviluppo”, tra cui Brasile, Indonesia, Arabia Saudita e India, mancano all’appello. L’India, in particolare, è il quarto emettitore al mondo, e sta pericolosamente nicchiando.

Clima ONU pessimista sulla sorte della COP 21

Il commissario europeo per il Clima e l’Energia, Miguel Arias Cañete, ha detto la scorsa settimana che il silenzio che regna in gran parte del mondo sul tema sta minacciando l’accordo globale: «La finestra di opportunità si sta chiudendo velocemente», ha detto.

E pensare che l’ONU aveva invitato tutti i Paesi aderenti alla Convenzione sui cambiamenti climatici (UNFCCC) a presentare le loro proposte, definite INDCs (Intended National Determined Contributions) entro lo scorso marzo. Alcuni lo hanno fatto, altri hanno seguito l’esempio nel corso dei mesi successivi. Gli impegni depositati all’ONU raccolgono al momento i Paesi responsabili di circa tre quinti delle emissioni globali di gas serra, ma mancano all’appello i due terzi dei Paesi aderenti alla Convenzione quadro. Le assenze più preoccupanti riguardano una manciata di nazioni:

Indonesia, gran produttore di carbone e deforestatore tra i peggiori al mondo, sta lavorando per produrre il suo piano prima del 1 ottobre, termine ultimo fissato dall’Onu.

Brasile, colosso responsabile del 6% delle emissioni globali secondo il Natural Resources Defence Council.

India, la cui popolazione in rapida crescita e l’enorme inquinamento delle metropoli ne fa un osservato speciale da parte della comunità internazionale.