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Città della scienza: un eco quartiere per Roma

Città della scienza: un eco quartiere per Roma

 

(Rinnovabili.it) – Da distretto militare a eco quartiere autosufficiente: questa è l’ultima avventurosa proposta dell’architetto esperto di greenbuilding Vincent Callebaut per la caserma dismessa di Via Guido Reni a Roma, sviluppata in collaborazione con COFFICE – studio di architettura e urbanistica di Francesco Colarossi e Studio d’Architettura Briguglio Morales.

Dopo le otto torri sostenibili per Parigi l’architetto disegna un ambizioso masterplan che trasformerebbe gli 8,6 ettari occupati dallo Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione costruito nel 1906 sull’asse che collega il museo MAXXI di Zaha Hadid all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano.

 

Una delibera comunale del 6 agosto 2014 destina la ex area militare a diventare “un polo scientifico di rilevanza internazionale in grado di accogliere, esporre e rendere accessibile al grande pubblico il sapere scientifico e tecnologico in tutte le sue evoluzioni e articolazioni, nonché di promuovere la conoscenza scientifica, di sperimentarla e di diffonderla”.

L’architetto francese non si è fatto scappare l’occasione di prendere posto nel quartiere romano delle archistar con un insieme di edifici energeticamente autosuffcienti che doteranno la zona nord di Roma di diversi servizi dall’immenso valore: complessivamente andranno a costare 270 milioni di euro. Gli obiettivi principali del progetto sono l’inclusione del verde nel tessuto costruito, le fonti rinnovabili come sorgenti principali di energia capaci di portare gli edifici alla totale autosufficienza dalla rete ed il mix sociale incoraggiato dai numerosi spazi verdi e dalla totale pedonalizzazione dell’area.

 

Città della scienza: un eco quartiere per Roma

 

 

Le aree funzionali

 

Una serie di assi alberati entrano nel terreno militare e lo rendono permeabile da Piazza Melozzo da Forlì, da Piazza Mazzini, dal parco del MAXXI e da Via Flaminia. L’intero eco quartiere è pedonale e l’accesso alle autovetture è permesso unicamente dai parcheggi sotterranei pubblici e privati.

 

Il cuore del progetto è un edificio a pettine interamente coperto da green roof calpestabile che cresce progressivamente di altezza, dando vita ad un parco urbano panoramico che dialoga con l’adiacente museo di Zaha Hadid, riprendendone le forme ma modificandone completamente il linguaggio. La simmetria in pianta si oppone alla variazione delle altezze e gli spazi tra le costruzioni sono occupati da spazi verdi e specchi d’acqua.

 

Tre torri identiche tra loro sono allineate lungo l’asse diagonale preesistente interno alla caserma che segue l’andamento di Via Donatello.  Gli edifici dalla conformazione a spirale sono collegati da uno spazio commerciale dal tetto verde che serve anche da parco condominiale. Grandi terrazze dotano le residenze di giardini sospesi per massimizzare l’inclusione del verde nel contesto urbano.

 

Un albergo molto simile alle torri ma dall’aspetto leggermente differente serve l’eco quartiere di uno spazio ricettivo capace di accogliere i turisti che potranno facilmente raggiungere piazza del Popolo percorrendo Via Flaminia.

 

Uno spazio triangolare di 1270 mq è adibito a centro sportivo con un campo coperto da basket e pallavvolo, spogliatoi e tribuna.

 

Città della scienza: un eco quartiere per Roma

 

Le strategie bioclimatiche

La piantagione intensiva di alberi ha notevoli effetti positivi sull’ambiente; riduzione di CO2, rimozione del particolato, la riduzione dell’effetto isola di calore, la creazione di un  habitat favorevole per uccelli ed insetti che incoraggia la biodiversità.

Il recupero delle acque piovane serve  all’irrigazione degli spazi verdi, i pannelli fotovoltaici abbinati a quelli solari termici dota gli edifici di elettricità ed acqua calda sanitaria. Il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani in biomassa serve all’approvvigionamento di biometano e i lampioni a basso consumo energetico integrano delle turbine microeoliche.

 

 

 

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