Il modello cinese della finanza verde
(Rinnovabili.it) – La lotta all’inquinamento della Cina? Una politica fatta di carota e bastone. Dopo aver stabilito pene e sanzioni – i legislatori cinesi starebbero vagliando nuove multe da 260mila per gli inquinatori – Pechino è pronta a premiare lo sviluppo sostenibile. Per farlo lancerà, attraverso la Banca Popolare Cinese, cinque zone di finanza verde, progetti pilota che attraverso differenti strumenti sosterranno economicamente le industrie ecocompatibili.
Le cinque zone saranno allestite nelle province di Guangdong, Guizhou, Jiangxi e dello Zhejiang, e nella la regione occidentale dello Xinjiang. Ognuna avrà uno specifico progetto di finanza verde da portare avanti tramite strumenti come incentivi speciali, meccanismi di credito e lo scambio di emissioni. L’obiettivo è quello di creare un modello di cooperazione tra le istituzioni, esplorando la responsabilità sociale e lo sviluppo della green economy. Ma soprattutto servirà a creare nuovi prodotti e servizi finanziari green che promuovano concretamente la tutela dell’ambiente, la conservazione delle risorse idriche, l’efficienza energetica, l’energia rinnovabile, i trasporti puliti e la bioedilizia.
Le zone pilota si focalizzeranno su diversi aspetti della finanza verde in linea con le peculiarità del territorio: Guangzhou, capitale dell’industrializzata Guangdong, sulla costa sud-est della Cina, si concentrerà sulla creazione di nuovi meccanismi di credito per sostenere il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni. La rurale Guizhou si dedicherà al finanziamento delle attività per il trattamento dei rifiuti agricoli, mentre Xinjiang – area clou per l’iniziativa cinese “Una cintura e una via” che mira a sviluppare attivamente la partnership della collaborazione economica con i paesi confinanti – rafforzerà la cooperazione con le istituzioni finanziarie estere.
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La Cina è oramai entrata nel suo quarto anno di lotta all’inquinamento, ma le province stanno ancora faticando per trovare il denaro necessario per mettere in pratica le direttive del Governo centrale e passare a forme più pulite di energia. Gli esperti stimano che il gigante asiatico avrà bisogno di investimenti per 440 miliardi di dollari l’anno, per i prossimi cinque anni, se vuole davvero soddisfare i suoi impegni ambientali.