(Rinnovabili.it) – Il cambiamento climatico alla CIA non interessa più, così toglie agli scienziati del clima gli strumenti per misurarne gli effetti. L’annuncio è stato dato in esclusiva dal quotidiano Mother Jones, quando l’intelligence ha dichiarato che avrebbe spento il programma MEDEA (Measurement of Earth Data for Environmental Analysis), strumento utilissimo agli esperti per studiare i dati sul riscaldamento globale con massima capacità di dettaglio grazie a satelliti spia. Un gran peccato, ma la CIA lo motiva semplicemente sostenendo che è venuta a mancare la necessità di studiare le implicazioni del climate change. Non essendo più una priorità, l’agenzia sostiene che utilizzerà esperti esterni di tanto in tanto, ma non fornirà più un accesso costante a dati «estremamente accurati e rari».
La decisione arriva sulla scia delle ultime dichiarazioni di Obama, che in un discorso di commiato alla US Coast Guard Academy ha definito il cambiamento climatico «un rischio per la sicurezza nazionale». La decisione pare in totale contrasto con queste affermazioni.
Tagliare l’accesso a questo tipo di dati solleva molte preoccupazioni, soprattutto in un momento in cui gli scienziati necessitano di più informazioni per affrontare la questione del clima, alle porte della COP 21 di Parigi. Nell’ambito del programma MEDEA, la CIA ha partecipato a diversi progetti importanti. «Questi progetti sono stati completati – ha dichiarato un portavoce – e CIA impiegherà questi risultati di ricerca insieme ad esperti esterni per continuare a valutare le implicazioni per la sicurezza nazionale dei cambiamenti climatici».
Il programma era stato lanciato da George Bush padre, e pio chiuso dal figlio. L’amministrazione Obama lo aveva riportato in auge nel 2010, con l’intento di fornire le autorizzazioni a circa 60 scienziati del clima. Questo team ha potuto accedere a informazioni classificate, che potrebbero rivelarsi utili nella ricerca sui cambiamenti climatici, ed ha monitorato per anni le metamorfosi ambientali con potenziali ripercussioni sulla sicurezza nazionale. Parametri come la temperatura dell’oceano e informazioni sulle maree raccolti da sommergibili della Marina, o dati topografici raccolti dai satelliti spia hanno consentito di formulare ipotesi su come il riscaldamento globale potrebbe creare minacce alla sicurezza in tutto il mondo. Durante l’amministrazione Clinton, le misurazioni del ghiaccio marino effettuate dai sommergibili hanno permesso di affinare le teorie sul global warming. Entrambe le parti, insomma, beneficiavano di MEDEA: gli scienziati del clima perché avevano accesso a dati ad altissima risoluzione rispetto a quelli con cui lavoravano di consueto, mentre la CIA ci guadagnava informazioni sensibili sul livello dei rischi legati al cambiamento climatico.
Oggi tutto questo non esiste più, e lo sguardo degli esperti è stato oscurato dalla mossa dell’intelligence. Francesco Femia, co-direttore del Center for Climate and Security, ha detto che ora avremo un «punto cieco che ci impedisce di proteggere adeguatamente gli Stati Uniti».