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Più Chimica e più Scienza, elisir di crescita per l’Italia

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di Fabrizia Sernia

(Rinnovabili.it) – Europa, Scienza, Ruolo Sociale dell’Impresa. Sono i “valori fondanti, che non possono essere messi in discussione” per affrontare un “futuro complesso”, in cui la Chimica è e sarà protagonista. “La Chimica, come Scienza, guarda infatti al futuro e come Industria anticipa i cambiamenti”. E’ questo il fil rouge che ha attraversato la relazione del Presidente Paolo Lamberti, all’Assemblea annuale della Federazione nazionale dell’Industria chimicaFederchimica – intitolata Scienza, Chimica, Industria, svoltasi oggi a Milano, al Piccolo teatro, Teatro Strehler. Il 150 –esimo anniversario della Tavola di Mendeleev, che l’ONU celebra quest’anno, mette in luce – ha osservato Lamberti – “il legame imprescindibile  che Scienza, Chimica e Industria hanno offerto, a gran parte della popolazione mondiale, sia assicurando benessere  e crescita sociale, sia rendendo accessibili a tutti beni che una volta erano alla portata soltanto di pochi”. Con questo incipit, in un appassionante intervento, alla presenza, fra gli altri, del Presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, di Daniele Ferrari, Vicepresidente Federchimica e Presidente Cefic – Confederazione europea dell’industria chimica -, di Ferruccio Resta, Rettore Politecnico di Milano e del giornalista Ferruccio De Bortoli, Lamberti è arrivato subito al punto. “E’ imperativo tornare a crescere – ha affermatodi fronte a una stagnazione del comparto, nei primi mesi del 2019, per la prima volta dopo anni  di segno positivo, con possibili  rischi di calo, se il contesto macroeconomico, nazionale o internazionale, subisse un ulteriore deterioramento”.

Occorre una cura da cavallo a base di “semplificazione normativa e riforma della pubblica amministrazione”,  cruciale per l’industria  in generale e per la Chimica in modo ancor più stringente, dal momento che è il settore manifatturiero più regolamentato.  Tuttavia, ha messo in guardia il numero uno di Federchimica, “la complessità dell’industria, dei mercati e della regolamentazione ci portano a diffidare delle soluzioni semplicistiche che purtroppo oggi prevalgono”. Preoccupato per gli “effetti negativi nel medio lungo periodo, dell’enorme debito pubblico italiano”, con particolare riferimento a misure di welfare, come pensioni e sanità, infrastrutture fatiscenti, blocco degli investimenti pubblici e privati, Lamberti ha incalzato: “Risposte facili a problemi complessi –ha affermato – rischiano di portare a una progressiva  stagnazione economica e sociale, fino a indebolire  le istituzioni democratiche, come ci insegnano alcuni Paesi dell’America Latina”. Tornare a crescere, dunque, con “visione e volontà politica per attuare la semplificazione”, dando così ossigeno a tutti i settori, ma soprattutto alla Chimica che,  in quanto  “infrastruttura tecnologica, può trasferire a tutti i settori manifatturieri soluzioni innovative, finalizzate all’efficienza e alla sostenibilità”. Ed ecco entrare in gioco la prima parola chiave: l’Europa.

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Prima key word: l’Europa

L’Europa, dice Lamberti, “deve essere rafforzata e non indebolita, diventando un’entità dinamica  in grado di rispondere alle nuove sfide che ci pongono”. Servono politiche   stabili e di lungo periodo, che favoriscano, in particolare , la competitività e l’innovazione dell’Europa nel suo insieme. La politica  industriale deve essere  in cima alle priorità europee e per questo Federchimica auspica “la presenza di un Commissario europeo  di rilievo in grado di coordinare una vera politica industriale, che incentivi anche nuove eccellenze, in ambito manifatturiero e digitale”. Se, dunque, per crescere, in un settore che pur tuttavia conserva solide  caratteristiche strutturali – con oltre 2 mila 800 imprese  e circa 110 mila addetti realizza in Italia un valore della produzione pari a 56 miliardi di euro ed è il terzo produttore europeo e l’undicesimo al mondo –  occorrono sia investimenti per la ricerca e sviluppo, sia la valorizzazione dei centri di eccellenza nazionali, al fine di “rendere attraente l’Italia per i ricercatori italiani ed esteri”, occorre altresì una collaborazione a 360 gradi di tutti gli attori coinvolti nello sviluppo della Scienza e nella comunicazione dei suoi risultati: industria, atenei, media.

Paolo Lamberti
Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica.

Seconda key word: la Scienza

Di fronte a questa seconda key word, Lamberti ha voluto enfatizzare il profondo legame che la lega all’Industria. “Alcune grandi sfide dell’umanità, come l’alimentazione sostenibile, i cambiamenti climatici e l’invecchiamento della popolazione non possono essere vinte con le conoscenze attuali, ma solo con nuove soluzioni, ovvero nuovi materiali e nuove sostanze”. Occorre, auspica il Presidente Federchimica, che le aziende si aprano a una collaborazione attiva con la ricerca pubblica, “superando ritrosie ed esperienze negative del passato, sfruttando al massimo le opportunità offerte dalla ricerca europea”. Ci sono le condizioni per “innescare un circolo virtuoso”. Nell’ultimo decennio il personale  dedicato alla ricerca  è aumentato del 70% e l’industria chimica svetta per numero di imprese  che collaborano con la ricerca pubblica. La Chimica dimostra che la fuga dei cervelli   si può limitare offrendo eccellenti opportunità “per un lavoro appassionante”. Ecco perché “è importante che nel nuovo PNR – Piano Nazionale della Ricerca – , tutte le tecnologie connesse alla Chimica sostenibile entrino a pieno titolo”. Quanto alla Comunicazione della scienza, occorre un impegno indefesso, per la delicata relazione che intercorre fra  Scienza e Società, in un’epoca  dove spesso “messaggi con un forte impatto emotivo, trattati in modo superficiale, stimolano uno stato d’animo più che infondere conoscenza (…), influenzando anche il Legislatore”. Per questo Federchimica è impegnata fortemente a fare informazione corretta sia con il blog “Fatti, non fake!”, di grande successo, sia con i suoi account social.

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Terza key word: il ruolo sociale dell’Impresa

In questo quadro, entra a pieno titolo il terzo valore, la terza key word, quella del Ruolo sociale dell’impresa. Senza  cultura industriale il Paese non può avere  uno sviluppo equilibrato. Uno sviluppo, ha detto Lamberti, “che deve essere sempre più orientato alla Sostenibilità, ma tecnologicamente e socialmente inclusivo. Uno sviluppo, dunque,” allo stesso tempo economico, sociale ed ambientale, che può essere garantito  soltanto dal ruolo svolto equamente dalle Istituzioni”. L’Agenda 2030 dell’ONU, – ricordiamo noi di Rinnovabili.it – , fra i suoi obiettivi raccomanda esattamente questo. E dunque, come documentare il valore sociale della Chimica? La Chimica, ha ricordato Lamberti, “in quanto bene intermedio ha il ruolo di trasferire a valle, all’agricoltura, alle costruzioni e a tutti i settori manifatturieri, soluzioni innovative sempre più finalizzate alla sostenibilità”. La chimica è protagonista anche in tema di riduzione degli sprechi e lotta alla fame e alla sete nel mondo, grazie ad agrofarmaci e fertilizzanti per garantire i raccolti in condizioni avverse, medicinali per difendere gli animali dalle malattie, tecnologie e prodotti per consentire la depurazione  e la distribuzione di acqua potabile. Non ci sono dubbi. Per la Chimica, il futuro è adesso.

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