(Rinnovabili.it) – La maggior parte delle nostre innovazioni tecnologiche si scontra con lo stesso problema di fondo: se non sono in grado di “parlare” con gli altri dispositivi diventano quasi inutili. E il discorso vale per tanti settori, da quello dell’internet delle cose agli arredi urbani intelligenti. Ma vale anche per infrastrutture tutto sommato più tradizionali. Ad esempio le microgrid. E proprio con un “cervello” in grado di far comunicare tra loro diverse microreti, un gruppo di studenti del MIT si è aggiudicato il primo premio del Clean Energy Prize (CEP).
È la più grande competizione per universitari degli Stati Uniti per quanto riguarda l’innovazione nel campo dell’energia. Il suo scopo non è soltanto dare visibilità ai progetti più meritori, ma fornire anche un capitale iniziale per portare avanti i progetti e renderli competitivi sul mercato. Dalla prima edizione, nel 2008, il CEP ha distribuito finora un cospicuo gruzzoletto che ammonta a più di 2,5 milioni di dollari.
Quest’anno sul gradino più alto del podio è salita Heila, una start-up creata da un team di studenti ed ex allievi del MIT. Tramite l’azienda sviluppano un hub di controllo universale, che è in grado di monitorare e gestire in autonomia un discreto numero di microgrid. In altre parole, riesce a far parlare tra loro pannelli solari, turbine eoliche e altri generatori di energia per raggiungere una performance ottimale.
Attraverso una semplificazione delle microgrid, Heila punta a promuoverne l’adozione. “Un grande problema che riscontriamo nelle microgrid – ha spiegato John Dunnan, dottorando in ingegneria e membro del team vincente – è che non sempre si riesce a farle funzionare insieme. Ma quando riesci a far diventare semplice questo passaggio, allora puoi integrare meglio e in maggior quantità le energie rinnovabili”. Heila ha sperimentato il suo “cervello” informatico per alcuni mesi grazie a un progetto pilota a Sonoma County, in California.