Un progetto di cantieri partecipati, case in bambù e social housing
(Rinnovabili.it) – Il social housing messicano raggiunge nuove vette con il progetto dello studio Comunal Taller de Arquitectura di Mexico City. E non solo perché avrà sede in montagna. L’idea degli architetti, infatti, è di mettere a disposizione della comunità tutti gli strumenti per autocostruire case in bambù con elementi prefabbricati. La semplicità di assemblamento è il vero punto innovativo, dal momento che gli stessi residenti possono mettere in piedi una struttura in soli 7 giorni.
Un prototipo è da poco sorto a Cuetzalan del Progreso, una città nello stato centro-meridionale di Puebla: grazie ad esso, Comunal Taller de Arquitectura ha potuto offrire un esempio di edilizia sociale che potrebbe estendersi rapidamente a tutta la regione. La struttura in bambù prefabbricata che forma la residenza di 60 metri quadrati è stata assemblata in loco in meno di una settimana, con l’aiuto della gente del posto per ridurre i costi. Il metodo del cantiere partecipato serve a trasmettere il know how ai residenti, in modo che possano imparare a costruire le prossime case senza l’aiuto dei tecnici.
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Le pareti sono composte da pannelli bambù rivestiti con un tessuto noto come ixtle, comunemente usato per realizzare i sacchi di caffè. Alcune pareti presentano reticoli in mattoni rossi che favoriscono la ventilazione naturale. Le capriate e le travi in bambù a vista formano un tetto monofalda, sormontato da un materiale ondulato e ruvido, sporgente al punto da formare un portico. Anche porte e persiane all’interno sono realizzate in bambù.
Il progetto di edilizia rurale dello studio di Città del Messico ha ricevuto l’approvazione delle istituzioni e riceverà sovvenzioni federali, il che significa che potrebbe essere implementato in altre aree dello stato. Ma il team spera che il progetto avvii un dibattito pubblico che porterà all’uso di materiali e tecniche locali per la costruzione dei futuri alloggi sociali. Un primo progetto che li prevedeva, infatti, è stato bocciato dal governo, così per questa prima applicazione gli architetti hanno dovuto ordinare il materiale dagli Stati Uniti. Ma l’obiettivo e costruire con risorse del territorio e abbattere i costi grazie a cantieri partecipati, che allo stesso tempo offrono alle comunità gli strumenti per agire in autonomia nel futuro.