(Rinnovabili.it) – Un terzo dei futuri sviluppi edilizi del Regno Unito potrà esentarsi dall’applicazione degli standard carbon neutral previsti dalla normativa al 2016, a seguito di una scappatoia legislativa introdotta dal Governo e riferita ai complessi residenziali più piccoli.
L’allarme è stato lanciato dagli analisti della Barbour ABI che hanno scoperto che il 36,4% di tutte le domande di costruzione presentate lo scorso anno si riferisce a progetti residenziali composti da 50 o meno unità abitative, ciò significa che un terzo di tutti i complessi edilizi potranno evitare di applicare le procedure di bioedilizia.
Un segnale non da poco ulteriormente aggravato dal fatto che ad oggi il Governo non si è ancora espresso sulla definizione di “piccolo sviluppo”, lasciando aperta qualunque tipo di interpretazione che, se dovesse rispecchiare le previsioni fatte dalla Barbour ABI e quindi coinvolgere gli insediamenti dalle 50 unità in giù, andrebbe a prendere una fetta estremamente significativa di mercato.
Anche se il Governo UK portasse a sole 12 unità la soglia minima dei piccoli sviluppi, la possibilità di eludere il sistema evitando di costruire edifici carbon neutral rappresenterebbe comunque il 12% del mercato. “Fatta la legge trovato l’inganno”, ricorda un celebre detto ed in questo caso più, dato che una simile decisione potrebbe consentire ad alcuni costruttori particolarmente scaltri di suddividere la propria lottizzazione in porzioni più piccole, sfuggendo così all’obbligo di costruire in bioedilizia carbon neutral.
Percorrendo questa strada si darebbe ancora una volta il via libera alla costruzione di edifici privi dei requisiti minimi di efficienza energetica, consentendo ad uno dei settori più energivori di proseguire sulla strada della scarsa sostenibilità.