Il divario tra realtà e ambizione climatica aumenta sempre di più. Per agire, bisogna partire da una seria riduzione delle emissioni da carbone.
(Rinnovabili.it) – I prossimi 10 anni sono cruciali per affrontare i cambiamenti climatici, con un ampio riconoscimento del fatto che le emissioni di CO2 devono scendere del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 ° C. Tuttavia, si prevede che le emissioni globali continueranno ad aumentare, nonostante gli impegni assunti da tutti i paesi del mondo ai sensi dell’accordo di Parigi del 2015.
Gli scenari predisposti dall’IPCC mostrano che il divario tra le ambizioni e la realtà è particolarmente grande. Nell’ultimo decennio, infatti, le emissioni mondiali di CO2 dovute all’uso di combustibili fossili hanno raggiunto un livello record. Sebbene il carbone sia la principale causa, le emissioni di petrolio e gas stanno aumentando rapidamente. In tutto questo, se i governi si attenessero alle loro politiche esistenti, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) le emissioni da combustibili fossili continuerebbe comunque ad aumentare anche nel decennio appena iniziato.
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Nello specifico, secondo CarbonBrief, per raggiungere gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi le emissioni dovute all’uso di carbone dovrebbero ridursi nel 2020 circa due volte più rapidamente rispetto a quelle di petrolio e gas. Ciò significa che la quantità di CO2 rilasciata dal carbone che brucia ogni anno dovrebbe scendere dalle 14 miliardi di tonnellate del 2019, alle 3 miliardi di tonnellate nel 2030, con una riduzione annuale di 1 miliardo di tonnellate.
In pratica, equivarrebbe a chiudere tutte le centrali elettriche a carbone negli Stati Uniti nel 2020, per poi fare di nuovo la stessa cosa, ogni anno, fino al 2030. Sebbene si tratti di numeri enormi, bisogna sottolineare che gli Stati Uniti hanno già dimezzato le loro emissioni dovute al carbone, diminuite da circa 2 miliardi di tonnellate nel 2010 a 1 miliardo di tonnellate nel 2019. Riduzioni simili sono state fatte anche nell’UE, con una caduta di 1/5 delle emissioni nel solo 2019. In più, le centrali a carbone di tutto il mondo si trovano ad affrontare difficoltà finanziarie, con operazioni in perdita dall’Europa alla Cina.
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Il carbone emette molta più CO2 per unità di energia rispetto al petrolio o al gas, quindi deve inevitabilmente diminuire rapidamente per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5 ° C. Negli scenari migliori, le riduzioni più rapide riflettono la disponibilità di alternative economicamente interessanti che possono essere implementate, tra cui eolico, solare e altre fonti di elettricità a zero emissioni. Per CarbonBrief, ciò significa che abbiamo il 33% di probabilità di rimanere al di sotto di 1,5 ° C nel corso di questo secolo.