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Scarti di caolino e alluminio per un cemento a basse emissioni

L'innovazione proposta dalla Martin Luther University di Halle-Wittenberg: sostituire la parte calcarea del clinker con materie prime senza diossido di carbonio

emissioni cementoL’industria del cemento è responsabile dell’8% delle emissioni mondiali di CO2

 

(Rinnovabili.it) – Gli scarti industriali di caolino e alluminio potrebbero essere utilizzati in composti dalle proprietà tecniche simili al cemento ma la cui produzione genera molte meno emissioni: l’indicazione per una svolta green nell’edilizia arriva da una ricerca della Martin Luther University di Halle-Wittenberg, pubblicata sulla rivista scientifica Construction and Building Materials.

 

Le rocce calcaree sono tra le materie prime principali utilizzate per produrre cemento. La miscelazione con altri composti e la calcinazione ad altissime temperature nei forni (i cosiddetti kilns) produce il clinker di cemento, composto essenzialmente di rocce carbonatiche (contenenti ossidi di calcio e di magnesio) e da frazioni argillose (ricche di ossidi di silicio, alluminio e ferro).

Secondo i dati raccolti dai ricercatori tedeschi, il processo di cottura produrrebbe 1 tonnellata di CO2 per ogni tonnellata di polvere di roccia calcarea immessa nei forni, di cui almeno il 50% rilasciata dallo stesso composto calcareo. Di qui l’idea di contenere le emissioni dell’industria del cemento (oltre 2,8 miliardi di tonnellate annue, circa l’8% del totale di emissioni mondiali), sostituendo la materia prima.

 

Nelle loro ricerche, gli studiosi si sono concentrati sugli scarti della lavorazione del caolino (un minerale argilloso molto utilizzato per dare patinatura ed elasticità alla carta e nell’industria ceramica e della porcellana) e dell’alluminio, due risorse che non contengono diossido di carbonio e non generano direttamente emissioni nel processo di cottura. Testando diversi mix di composti a base di caolino e alluminio, i ricercatori tedeschi sono arrivati a produrre miscele con le stesse proprietà tecniche del cemento, ma con un costo ambientale decisamente più basso.

 

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Nello studio, vengono inoltre illustrati ulteriori mix, con il dettaglio delle quantità dei vari componenti, che prevedono minori quantità di rocce calcaree per la produzione di cementi con le medesime qualità tecniche di quelli tradizionali. Un tentativo di mostrare all’industria che esistono alternative “verdi” e più sostenibili per l’ambiente.

 

Il limite principale resta la disponibilità di materie prime: per quanto efficienti, le scorte di caolino e alluminio non sarebbero in grado di soddisfare la richiesta dell’industria mondiale del cemento. Per questo, il coordinatore dello studio, il professor Pöllmann, e il suo team sta valutando l’impiego di polveri vulcaniche e diverse tipologie di argilla, materiali naturali che non rilasciano in prima istanza CO2 e che potrebbero abbattere considerevolmente le emissioni del settore delle costruzioni se impiegate come base per miscele di cemento.

 

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