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Cambiamento climatico, l’FMI valuta i rischi per il mercato finanziario

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Credit: FMI

Cambiamenti climatici, l’FMI avverte: gli investitori sono preoccupati

(Rinnovabili.it) – I cambiamenti climatici rappresentano un concreto rischio ambientale, sociale ed economico. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è stato e continua ad essere oggetto di numerose e differenti valutazioni attuate dalle principali organizzazioni politiche, economiche e finanziarie. 

 

La scorsa settimana, il Bloomberg NEF aveva annunciato il traguardo dei mille miliardi di dollari raggiunto nell’emissione di debiti sostenibili, mentre l’approfondito rapporto stilato dalla Global Commission on Adaptation aveva evidenziato gli ingenti ritorni economici derivanti dagli investimenti green a favore dell’adattamento climatico. Tra le stime più rilevanti, va citata anche quella condotta dal Fondo Monetario Internazionale, impegnato in queste settimane nella valutazione dell’impatto climatico sui mercati finanziari mondiali. “Stiamo lavorando alla determinazione del prezzo dei rischi climatici per capire fino a che punto può essere quotato nei mercati azionari a livello obbligazionario”, ha spiegato alla Reuters, Tobias Adrian , consulente finanziario e direttore del dipartimento dei mercati monetari e dei capitali FMI, precisando: “esamineremo i mercati azionari di ogni settore, paese per paese”. 

 

Il costo finanziario del cambiamento climatico è stato oggetto già la scorsa settimana di numerose discussioni in seno al Fondo Monetario Internazionale, prova di una sempre più marcata consapevolezza circa i rischi – ma anche le opportunità –  derivanti da questa “fase di transizione”. Non a caso, il capitolo analitico “Come mitigare il cambiamento climatico” è anche il primo inserito nel Fiscal Monitor diffuso a Washington lo scorso 10 ottobre: “è più che auspicabile che gli attori coinvolti si concentrino sull’argomento – ha detto Adrian –  anche se il motivo per cui lo fanno deriva da una forte e comune preoccupazione”.

 

Adrian ha spiegato infatti che, se per diverse economie il clima rappresenta un rischio a breve termine, come nel caso delle Bahamas, devastate dall’uragano Dorian di settembre, per la maggior parte di esse i principali rischi sono invece a lungo termine. In particolare, ha sottolineato il direttore del dipartimento dei mercati monetari e dei capitali FMI, molti investitori sono preoccupati che il rischio climatico sia sottovalutato nei titoli garantiti da ipoteche residenziali e nei Residential mortgage-backed securities (RMBS) – cioè le obbligazioni che cartolarizzano i mutui concessi per l’acquisto di immobili residenziali – specialmente in quelli stati dove il cambiamento climatico rischia di manifestarsi con più violenza, come nel caso del Texas e della Florida.

 

I responsabili politici – avverte dunque il FMI – devono “urgentemente sviluppare strumenti migliori per monitorare” tali rischi anche nel settore delle imprese. Tra le linee di intervento dell’organizzazione – lo ricordiamo – c’è anche la proposta di una tassa da 75 dollari per ogni tonnellata di CO2 prodotta entro il 2030, necessaria a disincentivare la dipendenza esclusiva delle imprese dei combustibili fossili ed incentivare la loro conversione all’energia pulita o rinnovabile. 

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