Grazie ai pannelli solari installati sul tetto, la cabina è energeticamente autosufficiente
(Rinnovabili.it) – Si chiama Cabin on the Border la piccola cabina energeticamente autosufficiente, progettata dallo studio di architettura che fa base ad Instanbul, SO? Architecture & Ideas e che è collocata oggi a Edirne, un villaggio sul confine turco-greco. Parliamo di oggi perché, proprio in virtù della sua tecnica costruttiva, domani potrebbe essere trasportata da un’altra parte. Si tratta infatti di un’unità prefabbricata e trasportabile costruita in legno lamellare e policarbonato. Questa piccola struttura è anche energeticamente sostenibile: è dotata di pannelli solari e di un sistema di raccolta dell’acqua piovana. Il design completamente in legno si richiama al concetto di “ritorno alla natura”; la struttura ha una superficie di 18 metri quadri, è completamente circondata da piante di senape ed è sollevata da terra per ridurre al minimo l’impatto sul sito. “Abbiamo cercato di immaginare la natura non solo come sfondo pittoresco ma anche come protagonista delle scene che creeremo”, hanno detto gli architetti Sevince Bayrak e Oral Goktas che hanno fondato insieme lo studio nel 2007.
La loro sfida è stata quella di creare una struttura mobile capace di adattarsi ai capricci di Madre Natura, potendo facilmente essere modificata in base al tempo mutevole. La cabina è infatti dotata di facciate modificabili in grado di adattarsi alle diverse condizioni climatiche. La porta è come un “ponte levatoio” che quando si apre verso l’esterno può formare un patio, mentre la finestra in policarbonato può ruotare verso l’alto per formare una tettoia vetrata, aprendo efficacemente la zona giorno all’esterno. L’interno rivestito in compensato comprende tre posti letto, nonché un bagno, una cucina, e una zona pranzo. I pannelli solari invece ricoprono il tetto dell’unità. In un pomeriggio piovoso la finestra in policarbonato diventa una tettoia sotto cui sdraiarsi a guardare il cielo, mentre la parete in compensato si apre e diventa una terrazza. In una notte di tempesta, sia la finestra che la facciata vengono chiuse, quindi la cabina diventa metaforicamente una barca a vela nell’oceano, si legge nella descrizione degli architetti.