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Buste di plastica: braccio di ferro per l’Unione europea?

Buste di plastica: braccio di ferro per l’Unione europea?

 

(Rinnovabili.it) – Tutti d’accordo, o quasi, sulla modifica della direttiva imballaggi 94/62/Ce. I rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri dell’Unione hanno finalmente stabilito un punto comune sulla proposta di riduzione dei sacchetti di plastica leggeri. Il provvedimento, approvato prima lettura da Strasburgo lo scorso 16 aprile, aveva riscontato qualche difficoltà una volta al vaglio del Consiglio. Ora però una prima intesa sul testo è stata raggiunta, come ha confermato dal suo account twitter l’eurodeputata danese Margrete Auken, che ha guidato il progetto di legge in Parlamento. “La presidenza italiana è riuscita ad avere un Consiglio unito per una soluzione ambiziosa, con la quale avremo misure vincolanti che ridurranno in maniera importante l’uso delle buste di plastica” aveva annunciato ieri Auken, dopo l’ultima riunione del trilogo; la questione era una delle prime che il governo italiano aveva intenzione di spuntare dall’agenda ambientale europea di questo semestre,  forte del fatto d’essere il primo Stato membro ad aver messo al bando le shopping bag di plastica già a partire dal 2011.

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L’accordo dovrebbe essere confermato all’unanimità il prossimo 21 novembre prima di poter dare il via ufficiale alla direttiva, peccato che alla nuova Commissione Europea la proposta non piaccia tanto come all’ex-esecutivo Barroso. “Un accordo non è stato ancora raggiunto: la Commissione prende nota del risultato del trilogo di ieri”, hanno riferito fonti da bruxelles. “Domani il vicepresidente Frans Timmermans e il commissario europeo all’ambiente, Karmenu Vella, ne informeranno il collegio e poi Timmermans verrà in sala stampa per rendere noti i risultati della discussione e su come procedere”.

In caso positivo il provvedimento permetterà di ridurre i sacchetti di plastica leggeri (quelli per intenderci sotto i 50 micron di spessore) del 50% entro il 2017, per poi passare all’80% entro il 2019, applicando tassazioni, imposizione di un prezzo o anche la messa al bando in deroga all’articolo 18 della direttiva 94/62/Ce.

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