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Bosco verticale, così Boeri conquista Nanchino

Bosco verticale, così Boeri conquista Nanchino

 

(Rinnovabili.it) – Dopo le esperienze di Milano e Losanna, l’architetto Stefano Boeri sbarca in Asia con il suo Bosco verticale. Il progetto – Nanjing Vertical Forest – è promosso dal Nanjing Yang Zi State-owned National Investment Group e sarà il primo nel suo genere nel continente asiatico. Due torri, alte rispettivamente 200 e 108 metri, con balconi e vasche verdi alternate, modelleranno il distretto di Pukou in fase di rapido sviluppo.

La superficie verde complessiva prevista dal progetto ammonta a circa 6.000 mq. Lungo le facciate si staglieranno verso il cielo 600 alberi di grandi dimensioni e 500 alberi di taglio medio, tutti scelti tra 23 specie autoctone della zona. Inoltre il Bosco verticale di Nanchino prevede anche la presenza di 2.500 arbusti e piante a caduta. “Una vera e propria foresta verticale che contribuirà a rigenerare la biodiversità locale, ridurrà le emissioni di CO2 di circa 25 tonnellate ogni anno e produrrà circa 60 kg di ossigeno al giorno”, si legge nella scheda di presentazione del progetto.

 

Bosco verticale, così Boeri conquista NanchinoL’intenzione è replicare il progetto realizzato a Milano, che ha ricevuto apprezzamenti in Italia e nel mondo. Nel 2015, ad esempio, le torri green meneghine di Boeri hanno vinto il premio Best Tall Building Worldwide, come miglior grattacielo al mondo. Esperimento già in corso a Losanna, dove la Tour des Cedres ospiterà 24.000 alberi sui suoi 36 piani. Una soluzione, quella del Bosco verticale, che permette di ridurre l’inquinamento urbano, combattere l’effetto isola di calore e favorire la biodiversità nell’ambiente urbano. Nel bosco verticale sono molte le specie animali che trovano una casa accogliente, mentre le piante sequestrano carbonio e filtrano particolato ed inquinanti.

Le torri di Nanchino dovrebbero essere completate entro il 2018. Se è vero che saranno le prime torri green di tutta l’Asia, è più che probabile che presto avranno compagnia. Lo stesso studio di Stefano Boeri, infatti, potrebbe firmare altri progetti simili nei prossimi mesi, nell’ambito di un lavoro sulla demineralizzazione e forestazione urbana che sta portando avanti in tutto il mondo. In particolare, Boeri guarda ad altre città della Cina tra cui Shijiazhuang, Liuzhou, Guizhou, Shanghai e Chongqing.

 

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