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Bioplastica e stampanti 3D per il nuovo padiglione mobile Ue

La speciale plastica interamente bio può essere usata come materia prima per le stampanti 3D grazie alle ricerche dello studio olandese DUS sull'olio di lino

bioplastica olio di lino padiglione Ue 1

 

(Rinnovabili.it) – Bioplastica all’olio di lino modellata con stampanti 3D e una struttura di tessuti elastici per le riunioni dei vertici Ue. Lo studio DUS Architects di Amsterdam ha realizzato una facciata biodegradabile e riciclabile per l’edificio che ospiterà i meeting durante i semestri di presidenza olandese e slovacco.

Gli architetti hanno unito il carattere temporaneo della struttura, chiamata Mobile Europe Building, alle loro ricerche su nuovi filamenti biodegradabili per le stampanti 3D. Il risultato è una facciata che può essere facilmente riciclata. Non solo per l’uso dei tessuti elastici, comunemente impiegati per installazioni temporanee, ma soprattutto grazie all’innovativo materiale per la stampante 3D sviluppato in collaborazione con la multinazionale tedesca Henkel, l’olandese Heijmans, l’azienda specializzata in strutture temporanee Neptunus e gli ingegneri di TenTech.

 

bioplastica olio di lino padiglione Ue 2Lo studio ha impiegato una speciale plastica interamente bio, ottenuta dalla lavorazione dell’olio di lino. Il suo utilizzo porta alcuni vantaggi. Da un lato l’uso esclusivo di materiale di origine vegetale come materia prima, che aumenta la sostenibilità delle risorse tanto in entrata quanto per lo smaltimento, visto che è completamente biodegradabile. Dall’altro la facilità di riutilizzarlo per creazioni successive: è sufficiente fonderlo e può venire di nuovo modellato dalla stampante 3D.

La struttura elastica fornisce la forma principale della facciata, una serie di pannelli verticali che sembrano cadere come tendaggi verso il basso, dove aprendosi lasciano spazio ad alcune nicchie. La parte inferiore della struttura, che si protende verso l’esterno a creare delle panchine, è stata invece stampata in 3D con il processo della modellazione a deposizione fusa, lo stesso su cui si basano le stampanti di formato “domestico”. Quella usata dagli architetti di DUS, invece, è in grado di plasmare elementi grandi fino a 2 x 2 x 3,5 metri ed è correntemente impiegata nel loro progetto triennale 3D Print Canal House ad Amsterdam, che intende costruire il primo edificio prevalentemente residenziale interamente realizzato con stampanti 3D.