(Rinnovabili.it) – L’età non conta quando sei un genio e con le tue idee hai la possibilità di cambiare il paradigma della moderna società di consumo. Elif Bilgin è una giovane studentessa turca che nonostante i suoi soli 16 anni è riuscita ad mettere a punto un metodo per usare le bucce di banana come materia prima nella produzione della bioplastica, in un esperimento dall’enorme valore tecnologico ed ambientale.
Elif ha passato ben due anni a studiare a perfezionare una tecnica per ottenere polimeri funzionali a partire da questo scarto alimentare; nel dettaglio, il processo richiede il pretrattamento delle bucce con una soluzione di bisolfito di sodio, una fase di bollitura e quindi una di miscelazione con piccole quantità di glicerina, soda caustica e acido cloridrico. I suoi sforzi sono stati ripagati quando la Scientific American l’ha proclamata vincitrice del suo premio “Science in Action” di 50.000 dollari trampolino di lancio per la Fiera della scienza di Google (Google Science Fair), la competizione scientifica online rivolta alle giovani menti curiose, tra i 13 e i 18 anni, provenienti dai quattro angoli del mondo.
“Per me, questo significa che il mio progetto in realtà possiede il potenziale per essere una soluzione al crescente problema dell’inquinamento causato dalla plastica a base di petrolio”, ha commentato la Bilgin, che annovera la premio Nobel Marie Curie tra i suoi eroi. “Significa anche che ha dato il via al processo per cambiare il mondo, il che mi fa sentire come se avessi già vinto”. Inoltre la giovane studentessa di Istanbul ha scoperto che gli amidi e la cellulosa contenuti nella buccia possono essere utilizzati anche per creare materiali che isolano i fili e formano protesi mediche.