Ricavato da una miscela di calce e scarti della canapa, il materiale creato dell’Enea è in grado di fornire isolamento e comfort anche durante le bollenti estate italiane
Un biomattone in calcecanapulo per un’edilizia più sostenibile
(Rinnovabili.it) – Un biomattone in materiale composito capace di offrire all’edilizia sostenibile italiana, un basso impatto ambientale e nel contempo un’elevata capacità isolante. A realizzarlo è la collaborazione tra Enea e il Politecnico di Milano all’interno del più ampio progetto “Riqualificazione energetica degli edifici pubblici esistenti: direzione nZEB”.
Il settore edilizio è oggi responsabile di circa il 40% dell’energia primaria utilizzata a livello mondiale (in Italia il dato sale al 45%), a cui si associa una percentuale non troppo dissimile di emissioni climalteranti. La necessità di ridurre questi impatti ha incentivato negli ultimi anni la ricerca di materiali più ecologici da sostituire a quelli tradizionali per migliorare sia la sostenibilità che le prestazioni energetiche degli edifici. Parte della ricerca si è concentrata sui biocompositi, materiali costituiti da due o più elementi con proprietà fisiche differenti, di cui almeno uno proveniente da risorse rinnovabili o dal riciclo.
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In questo contesto si inserisce anche il calcecanapuolo, miscela di calce e scarto legnoso della canapa e “materia prima” del nuovo biomattone. “Per il mercato italiano dell’edilizia, l’introduzione delle normative in ambito energetico ha rappresentato un forte stimolo a innovare materiali e componenti per garantire prestazioni più elevate in linea con i nuovi standard”, ha spiegato Vincenza Luprano, ricercatrice del Centro Ricerche ENEA di Brindisi. “La canapa, come materiale naturale, e i suoi sottoprodotti agricoli, hanno un ruolo importante per la nascita di nuove filiere, incentivate anche da leggi nazionali, per l’ampia disponibilità sul territorio e per il basso impatto del ciclo produttivo sull’ambiente, in un’ottica di economia circolare”.
Il calcecanapuolo presenta tutte le qualità richieste ad un materiale da costruzione a basso impatto ambientale, ossia bassa energia incorporata, alto contenuto di CO2 stoccata e facilità di riciclo. Inoltre come dimostrato dallo studio Enea PoliMi, è in grado di fornire un’ottimo isolamento, mantenendo, anche nei periodi di grande caldo, una temperatura interna media di 26 gradi, senza necessariamente ricorrere alla climatizzazione.
Per mettere alla prova le performance ambientali ed energetiche del biomattone, i ricercatori lo hanno testato in laboratorio in camera climatica a 23° e a 35° e successivamente misurato le sue prestazioni in edifici reali, realizzati con questa tecnologia, in Sicilia e in Veneto. “Lo studio – ha aggiunto Giovanni Dotelli del Politecnico di Milano – ha evidenziato nel complesso un bilancio ambientale molto positivo per quanto riguarda l’impronta di carbonio: in pratica la parete in blocchi in calcecanapulo funziona come un sistema in grado di sottrarre CO2 dall’atmosfera e tenerla bloccata per un tempo sufficientemente lungo”.
Non solo. Il biomattone fornisce un’ottima protezione dall’umidità “Dai primi dati sperimentali – ha sottolineato Patrizia Aversa, del Centro Ricerche ENEA di Brindisi – emerge la buona performance termoigrometrica della parete che, indipendentemente dalle oscillazioni di umidità e temperatura esterne, si assesta su valori interni constanti, senza l’utilizzo di condizionatori e per l’intero periodo di misura effettuato nei mesi più caldi”.
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