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Biocarburanti: l’Europarlamento chiede di puntare sui rifiuti

Biocarburanti: l’Europarlamento chiede di puntare sulle alghe

 

(Rinnovabili.it) – Nuova votazione a Strasburgo. La Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha approvato ieri un testo contenente diverse misure per lo sviluppo della sostenibilità dei biocarburanti. Nel dettaglio la relazione – accettata  in prima lettura con 43 voti a favore, 26 contrari e 1 astensione – chiede l’applicazione di un tetto alla produzione di biofuel di I generazione, ovvero ottenuti da colture alimentari o in competizione con esse per il terreno, e un’accelerazione verso quelli di ultima generazione, vale a dire ottenuti da rifiuti o microalghe.

“Sono lieta che la Commissione per l’Ambiente abbia deciso di affrontare il problema delle emissioni di gas a effetto serra legate al cambiamento indiretto integrandoli nella legislazione e mettendo un limite alla prima generazione mentre vengono promossi i biocarburanti avanzati”, ha affermato la relatrice Corinne Lepage (ALDE, FR), dopo il voto. “Ma penso che abbiamo bisogno di dar tempo all’industria di adattarsi e propongo un compromesso in questa direzione nel corso della sessione plenaria”.

 

L’utilizzo di terreni agricoli per la produzione di colture agro-energetiche riduce la superficie disponibile per quelle alimentari. La produzione di emissioni di gas ad effetto serra derivanti da questo processo è noto come cambiamento indiretto dell’uso del suolo (ILUC). In tale contesto, alcuni modelli scientifici hanno dimostrato che questo fenomeno, se preso in considerazione nella valutazione del ciclo di vita di un carburante compensa alcuni dei vantaggi dei biofuel.

“Se ignoriamo questo problema,  – ha affermato Lepage – rischiamo di minare la credibilità dell’UE nella lotta contro il cambiamento climatico, e così anche la legittimità per un sostegno finanziario – equivalente a circa 10 miliardi di euro all’anno – per l’industria”.

 

I deputati europei sono unanimi nel concordare che i biocarburanti avanzati prodotti da altre fonti, come alghe o alcuni tipi di rifiuti, debbano rappresentare non meno del 2% dei consumi entro il 2020. Tuttavia, tale quota non dovrebbe essere raggiunto a costo di privare le altre industrie di materie prime, destabilizzando la politica comunitaria sui rifiuti, lo sfruttamento eccessivo delle foreste o la riduzione della biodiversità. La relazione legislativa verrà messa ai voti plenaria a Strasburgo a settembre.

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