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Alla Biennale la Detroit del futuro è tutta in legno

Alla Biennale la Detroit del futuro è tutta in legno

 

(Rinnovabili.it) – Oggi in Italia il nome Detroit richiama subito alla mente qualche veloce associazione: Chrysler, fusione con Fiat (o FCA), Marchionne in maglione che illustra gli stabilimenti locali a Obama. Invece alla Biennale di Venezia il nome della metropoli sarà legato al progetto di sviluppo urbano sostenibile di due docenti della Rice School of Architecture. Si tratta di due torri ad uso misto, residenziale e uffici, interamente realizzate in legno.

 

Per il momento in legno c’è solo il modello in scala, assemblato dai professori Albert Pope e Jesus Vassallo che si sono aggiudicati una delle 12 postazioni del padiglione superando altri 250 candidati. Vista la forte competizione e la prestigiosa vetrina internazionale offerta dalla Biennale, i due docenti hanno deciso di puntare molto in alto.

L’obiettivo del progetto è – niente meno – trasformare Detroit. Come? Le due torri, frutto di un intero anno di lavoro, fanno parte di una strategia più generale che punta a rivitalizzare l’intero quartiere in cui saranno costruite.

 

Alla Biennale la Detroit del futuro è tutta in legnoIl quartiere in questione è Corktown, che viene descritto come un’area industriale in una città dove gran parte dell’industria ormai è scomparsa, la crisi del 2007 come colpo di grazia. Così il progetto si fa carico della storia antica e recente di Detroit e ragiona su diverse scale. Da un lato, vengono prese in considerazione le ricadute e le implicazioni di lungo termine della rigenerazione di Corktown rispetto agli altri 250 quartieri della metropoli. Dall’altro, il fulcro del progetto votato allo sviluppo sostenibile è l’impiego massiccio del legno.

La scelta segue un semplice ragionamento: Pope e Vassallo sono convinti che sia solo questione di tempo prima che venga introdotta una carbon tax, la tassa sulle emissioni di carbonio. Quindi acciaio e cemento avranno prezzi stellari, e il legno diventerà il materiale più conveniente. In fondo, per loro si tratta solo di anticipare l’onda e adattarsi al futuro con qualche anno di anticipo.

 

“Stiamo cercando di vedere il potenziale del legno nel costruire ambienti urbani efficienti basati sulla densità abitativa – aggiungono – Le aree più vecchie della città diventeranno luoghi di nuovi sviluppi urbani che taglieranno efficacemente i consumi del 70%”. Un dato che ricavano da studi – per quanto difficili da verificare con precisione – sul rapporto tra questa nuova generazione di città, il ciclo di CO2 del pianeta e la disponibilità di una fonte rinnovabile come il legno.

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