A differenza della nuova plastica riciclabile, chiamata PDK, quelle tradizionali sono riciclabili solo al 20-30%
(Rinnovabili.it) – Un team di ricercatori statunitense ha sviluppato una speciale plastica riciclabile al 100%, scomponibile a livello molecolare e ricomponibile in nuovi composti plastici senza che nel processo avvenga perdita di materiale o di performance.
L’innovativo materiale è stato presentato in una ricerca pubblicata sulla rivista specializzata Nature Chemistry: mentre le plastiche tradizionali, anche quelle con i più alti tassi di recupero come il PET, possono essere riciclate solo per il 20-30%, la plastica sviluppata dai ricercatori del Berkeley Lab’s Molecular Foundry, in California, può essere recuperata al 100%.
La maggior parte dei materiali plastici è costituita da grandi molecole chiamate polimeri, composti da una serie di agglomerati a base di carbonio più piccoli detti monomeri. Le sostanze chimiche aggiunte alla plastica per garantire le svariate caratteristiche che la rendono largamente utilizzabile (come i riempitivi che la rendono dura o i plastificanti che le donano flessibilità) si legano ai monomeri e vi rimangono adesi anche dopo il processo meccanico di riciclo. Gli impianti di riciclo, infatti, riducono in pezzi grandi ammassi di plastica con diverse caratteristiche (dura, flessibile, colorata, trasparente, etc.); il composto tritato viene poi fuso per ricreare nuovo materiale le cui caratteristiche, però, sono imprevedibili a causa della grande varietà di additivi chimici ancora presenti.
La plastica sviluppata dai ricercatori americani, ribattezzata poly (diketoenamine) o PDK, può essere liberata dai legami con qualsiasi additivo semplicemente immergendo il composto in una soluzione altamente acida. L’acido spezza i legami tra i monomeri e gli additivi chimici che conferiscono alla plastica le sue caratteristiche di utilizzo così da restituire un materiale grezzo pronto a qualsiasi riuso.
“La maggior parte delle materie plastiche non sono state mai state pensate per essere riciclate – ha spiegato Peter Christensen, principale autore dello studio e ricercatore post doc presso la Molecular Foundry del Berkeley Lab – Noi abbiamo trovato un nuovo modo di assemblare plastica che prende in considerazione il riciclo da una prospettiva molecolare”.
“Con il PDK, i legami irreversibili delle plastiche convenzionali vengono sostituiti da legami reversibili che consentono di riciclare la plastica in modo più efficace – osserva Brett Helms, coordinatore del gruppo di ricerca presso il Berkeley Lab – Siamo interessati ai processi chimici che possono reindirizzare il ciclo vitale della plastica da lineare a circolare”.
“Siamo in un punto critico in cui dobbiamo riflettere sull’infrastruttura necessaria per modernizzare le strutture di riciclo per il futuro smistamento e lavorazione dei rifiuti – ha concluso Helms –Se queste strutture fossero progettate per riciclare PDK e materiali plastici correlati, saremmo in grado di deviare in modo efficace il flusso di plastica destinato alle discariche e agli oceani. E’ un momento di svolta per iniziare a pensare a come progettare sia i materiali che le strutture di riciclo per consentire plastica circolare”.
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