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Il BEC della Virginia entra nell’Olimpo del greenbuilding

Al Brock Environmental Center americano va la prestigiosa certificazione Living Building. Prestazioni incredibili per energia, trattamento dei rifiuti, riciclo delle acque e resilienza alla base del riconoscimento

Il BEC della Virginia entra nell’Olimpo del greenbuilding

 

(Rinnovabili.it) – Il Brock Environmental Center (BEC) della Chesapeake Bay Foundation è considerato uno dei massimi esempi di greenbuilding al mondo. E a ragione: lo studio di architettura SmithGroup JJR che lo ha progettato in riva al fiume Lynnhaven in Virginia lo ha fornito di una serie incredibile di soluzioni sostenibili, tra cui la capacità di riciclare completamente l’acqua che utilizza e l’essere un edificio a energia zero. E adesso sta per ricevere una delle certificazioni più ambite e insieme più difficili da ottenere, perché ha standard ancora più elevati del LEED e del BREAM: la certificazione Living Building.

 

I rigidi criteri sono suddivisi in 7 aree distinte (relazione con il sito, acqua, energia, salute, materiali, equità e bellezza), che a loro volta sono declinati in obiettivi specifici, denominati “imperativi”. In pratica viene richiesto il più basso impatto ambientale possibile e bilanci almeno in pareggio, se non negativi, per gestione delle acque e del ciclo dei rifiuti e per consumo di energia. Dato da sottolineare: a differenza delle altre certificazioni che si basano su un punteggio complessivo, per ottenere questo riconoscimento bisogna eccellere in ciascuno dei settori indicati, senza eccezioni.

 

“Quando pensammo al BEC – commenta la direttrice della Chesapeake Bay Foundation Christy Everett volevamo alzare l’asticella e dimostrare che l’ambiente antropizzato può effettivamente restituire molto all’ambiente naturale invece di danneggiarlo. Speriamo che il BEC possa diventare un modello internazionale di sostenibilità negli anni a venire

 

Il BEC della Virginia entra nell’Olimpo del greenbuildingCon o senza certificazione, di fatto lo è già. Il BEC produce l’80% di energia in più di quanta ne consuma grazie a 168 moduli fotovoltaici installati sul tetto e a due turbine eoliche. L’orientamento dell’edificio è studiato per sfruttare i venti dominanti in funzione di raffrescamento passivo.

Quanto all’obiettivo rifiuti zero, è attrezzato con toilette compostanti e riutilizza l’urina trasformandola in fertilizzante. Il sistema di raccolta e filtraggio dell’acqua piovana soddisfa gli standard di sicurezza federali e locali. Questo significa che non ha bisogno di essere collegato alla rete idrica municipale, dal momento che riesce a riciclare l’acqua meteorica e renderla perfettamente potabile.

Infine, la struttura è costruita in posizione sopraelevata di circa 4 m rispetto al livello del terreno, in previsione dell’innalzamento del livello delle acque dovuto ai cambiamenti climatici, una soluzione resiliente anche rispetto eventuali alluvioni data la vicinanza al fiume.