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Impiegare l’energia solare di notte? Ci pensano le batterie termiche

Prende spunto dai sistemi di stoccaggio del solare a concentrazione la nuova batteria creata dai ricercatori della Curtin University, in Australia. “Rivoluzionerà il panorama della produzione di energia rinnovabile a livello mondiale”

Batterie termiche
Foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay

Il solare a concentrazione testa nuove batterie termiche a base di idruri metallici

(Rinnovabili.it) – Un gruppo di ingegneri della Curtin University, nell’Australia occidentale sta lavorando alla prossima generazione di batterie termiche per l’accumulo dell’energia solare. L’obiettivo del team è quello rendere flessibile la produzione dei sistemi solari in maniera che possano offrire una alternativa valida ai combustibili fossili nel settore commerciale e dell’industria pesante a livello globale. Per raggiungere il target prefissato, gli scienziati hanno deciso di unire tecnologie comprovate all’utilizzo di nuovi materiali per progettare una soluzione innovativa, efficiente e flessibile.

Nel dettaglio, il progetto – guidato dal professor Craig Buckley della Curtin – prende spunto dal sistema d’accumulo sviluppato da United Sun Systems per i suoi impianti solari a concentrazione Dish Stirling, impianti costituiti da un concentratore circolare di forma parabolica e motore stirling posto nel fuoco di fronte allo specchio. Con la collaborazione della United Sun Systems e dell’azienda ITP Thermal, gli scienziati sono riusciti a migliorare design e funzionamento delle batterie termiche.

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Il nuovo dispositivo utilizza un idruro metallico ad alta temperatura come mezzo di stoccaggio del calore e un serbatoio a gas a bassa temperatura per la conservazione di idrogeno o anidride carbonica. La formazione di un idruro di metallo in determinate condizioni è una reazione reversibile: ciò significa che tramite una fonte di calore può dissociarsi in metallo e idrogeno (immagazzinando l’energia termica sotto forma di energia chimica) e, viceversa, rilasciare calore durante la sua formazione a partire da leghe metalliche e idrogeno.

“Di notte o quando il cielo è nuvoloso, l’idrogeno o l’anidride carbonica vengono rilasciate dal serbatoio di stoccaggio del gas e assorbiti dai metalli inorganici del sistema per formare un metallo idruro che produce calore, e quest’ultimo è utilizzato per generare elettricità”, spiega lo scienziato Chris Moran.

L’iniziativa mira a sviluppare un sistema di energia solare che produca elettricità 24 ore al giorno, sette giorni su sette, rendendosi commercialmente redditizio per l’industria. “Come per i sistemi a batteria al litio che la Curtin University sta anche sviluppando, l’installazione di un sistema di immagazzinamento dell’energia a basso costo tramite batterie termiche rivoluzionerà il panorama della produzione rinnovabile a livello mondiale consentendo alle energie pulite di competere veramente con i combustibili fossili”. La ricerca continuerà a lavorare sullo sviluppo di nuove tecnologie per integrare lo stoccaggio di energia termochimica attraverso batterie termiche in un sistema Stirling.

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