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Le batterie al sodio vengono in aiuto alla dissalazione

Un team di ricercatori ingaggia le batterie al sale nella realizzazione di un nuovo impianto di desalinizzazione che richiede meno energia dell’osmosi inversa

Le batterie al sodio vengono in aiuto alla dissalazione

 

(Rinnovabili.it) – Creare un impianto di dissalazione efficiente e low cost? Secondo uno studio condotto dalla University of Illinois, il segreto potrebbe essere nelle batterie agli ioni di sodio. Il professore di ingegneria Kyle Smith e il dottorando Rylan Dmello sono partititi dallo studio della tecnologia alla base di queste pile, per creare un dispositivo di desalinizzazione “low energy”. O in altre parole che necessitasse di minor energia elettrica di quella che attualmente questi impianti richiedono.

 

“Stiamo sviluppando un dispositivo che utilizzerà i materiali delle batterie per tirar fuori il sale dall’acqua con la minima quantità di energia possibile”, spiega Smith.

 

Le batterie agli ioni di Na sono costituite da due camere divise da un filtro separatore e contenente ognuna un elettrodo. In un tale dispositivo gli ioni sodio e cloro, i due elementi costitutivi del sale, fluiscono dall’elettrodo a quello positivo. Il risultato è che l’acqua salata si concentra su una camera, mentre l’altra contiene acqua potabile. Tuttavia, normalmente, gli ioni diffondono indietro quando la corrente scorre nella direzione opposta. Il lavoro dei ricercatori si è concentrato sul trovare un modo per tenere il sale fuori dall’acqua oramai dissalata.

 

“In una batteria convenzionale, il separatore permette al sale di diffondere in entrambi i versi, limitando di fatto la dissalazione. Noi lo abbiamo sostituito invece con una membrana che blocca il sodio trai due elettrodi”.

 

E il problema è stato risolto. L’approccio di Smith e Dmello presenta diversi vantaggi rispetto all’osmosi inversa. Il dispositivo può essere facilmente scalabile in maniera da adattarlo alle diverse applicazioni, mentre gli impianti a base di osmosi inversa devono essere necessariamente molto grandi per essere efficienti ed economici. Inoltre il sistema necessita di una pressione di pompaggio decisamente inferiore dal momento che l’acqua semplicemente scorre sopra gli elettrodi anziché essere spinta attraverso una membra. Questo si traduce in un fabbisogno energetico ridotto e quindi costi energetici contenuti.

 

La ricerca tuttavia ha ancora molta strada da compiere: gli scienziati affermano che la loro invenzione funziona perfettamente con acqua con salinità addirittura superiore a quella del mare, ma un esperimento reale (al di fuori delle condizioni di laboratorio) non è mai condotto finora, inoltre il processo non ha alcuna influenza su possibili impurità o elementi tossici presenti.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.