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Banlieue a filiera corta con la fattoria verticale di Romainville

Raffrescamento passivo, LED, pompe di calore aria/acqua, isolamento con lana di legno e materiali ecologici. Così la Tour Maraîchère produce ortaggi e frutta a chilometro zero in modo sostenibile

Banlieue a filiera corta con la fattoria verticale di Romainville

 

(Rinnovabili.it) – La banlieue nord-est di Parigi continua a puntare su verde urbano e chilometro zero. Cuore pulsante del progetto di riqualificazione delle periferie industriali della capitale è Romainville, che solo un mese fa aveva approvato il progetto di una torre di orti urbani alta 8 piani. Adesso è la volta di una doppia fattoria verticale. Il Comune ha appena rivelato il vincitore della competizione iniziata nel 2015 per riqualificare un’area di 1.000 mq entro il 2018.

 

Banlieue a filiera corta con la fattoria verticale di Romainville

 

Ha vinto lo studio di architettura parigino Ilimelgo, che ha collaborato lo studio Secousses, i paesaggisti di Land’Act e gli agronomi di Terr’Eau Ciel. Vedrà così la luce entro un paio di anni la “Tour Maraîchère”, la torre di giardini vegetali che rilancia l’agricoltura urbana a Romainville.

 

La sostenibilità della fattoria verticale di Romainville

Banlieue a filiera corta con la fattoria verticale di RomainvilleLa fattoria verticale è stata disegnata per ospitare diversi tipi di colture e massimizzare l’esposizione alla luce solare. Un condotto d’aerazione presente in entrambi i blocchi dell’edificio consente alla luce di filtrare e migliora gli scambi termici. Gli studi condotti sull’esposizione del sito hanno indotto gli architetti a realizzare un edificio suddiviso in due ali, soluzione che ha consentito di raddoppiare la superficie delle pareti e quindi migliorare il guadagno solare. La diversa altezza delle ali è stata progettata per limitare la perdita di ore di luce diretta di cui possono godere le piante.

 

La Tour Maraîchère è anche una fattoria verticale performante dal punto di vista energetico. La cappottatura è rinforzata con policarbonato e lana di legno per migliorare l’isolamento, soprattutto per eliminare i ponti termici. Il raffrescamento passivo è dato da un sistema di aperture presente in ogni piano consente di regolare la ventilazione naturale. Il differenziale di calore prodotto dalle serre viene reimpiegato per il riscaldamento dell’acqua e dei serbatoi di coltura grazie a una pompa di calore aria/acqua. L’acqua piovana viene raccolta e stoccata all’interno dell’edificio, che è illuminato a LED. Per l’intero progetto è previsto l’impiego preferenziale di materiali provenienti da fonti gestite in maniera sostenibile.