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Autority denuncia la Nuvola di Fuksas: parcella ‘spropositata’ e tempi infiniti

Circa 20 mln per la parcella, 7 anni di lavori incompiuti, decine di varianti, per un costo finale vicino ai 279 mln: l'odissea della Nuvola di Fuksas

1 Nuvola di Fuksas(Rinnovabili.it) – Parcella “sproporzionata”, tempi di lavoro più che raddoppiati, eccessivo rimborso ai subappalti, innumerevoli varianti: sono queste alcune delle criticità della “Nuvola di Fuksas”, il Nuovo Centro Congressi EUR, sollevate dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (Avcp).

 

La prima pietra venne posata nel 2007 e da allora la deadline di fine lavori è slittata inesorabilmente arrivando oggi ad un assai improbabile 2015. Le critiche sollevate dall’Autority sulla Nuvola di Fuksas sono numerose, ma tra queste non può non cadere l’occhio sull’incredibile parcella riservata al progettista (già pagato) che gli ha assicurato ben 19,5 milioni di euro, di cui 15 per il progetto e 4,5 per la direzione artistica.

Con una Delibera inviata al Dipartimento del Tesoro (MEF) (in quanto azionista del committente) ed alla Procura della Corte dei Conti per l’accertamento di eventuali danni erariali, l’Autorità ha quindi messo nero su bianco le criticità dell’opera incompiuta mettendo sotto i riflettori un progetto che sino ad oggi ha richiesto oltre 7 anni di lavori.

NuvolaSecondo l’Autorità, infatti “l’esecuzione dell’opera è stata caratterizzata da numerose varianti che oltre a determinare un rilevante aumento dell’importo contrattuale – si legge nella Deliberazione firmata dal Consigliere relatore Giuseppe Borgia – hanno influito sui tempi di realizzazione e comportato l’insorgere di un contenzioso tra stazione appaltante ed appaltatore”.

Chi sia stato a richiedere effettivamente le numerose varianti al progetto della Nuvola di Fuksas che hanno causato un simile ritardo resta tuttora da chiarire, quel che è certo è che non è solo la parcella del progettista ad essere sproporzionata, ma l’entità dell’intero progetto che, se mai dovesse giungere a compimento, ammonterebbe ad una cifra molto vicina ai 276 milioni di euro.

Al di la dei dettagli tecnici, dell’estetica o del giudizio soggettivo che ciascuno di noi ha la possibilità di esprimere sul progetto, una domanda sorge spontanea: quanti centri congressi ad alta efficienza e invidiabili anche all’esterno sarebbe stato possibile edificare ad oggi con la stessa cifra, ma scegliendo la bioarchitettura o le innovative soluzioni costruttive offerte dall’edilizia in legno?