Nasce Climate-Smart Mining Facility, primo sistema di finanziamento per un’attività mineraria sostenibile
(Rinnovabili.it) – Secondo gli esperti realizzare un futuro a basse emissioni di carbonio porterà un aumento sostanziale della domanda di diversi minerali e metalli chiave utilizzati nelle tecnologie “pulite”. Per ridurre al minimo l’impatto ambientale di questa nuova “corsa all’oro”, la Banca Mondiale (World Bank) ha lanciato in questi giorni Climate-Smart Mining Facility, primo fondo dedicato all’attività mineraria sostenibile. Strutturato come un fondo fiduciario multi donatore, lo strumento metterà a disposizione nei prossimi 5 anni ben 50 milioni di dollari.
Le risorse saranno investite per promuovere una catena di approvvigionamento sostenibile per litio, nichel, grafite e altri materiali chiave impiegati dalla tecnologica eolica, fotovoltaica e d’accumulo. La misura prende vita da un rapporto elaborato dalla stessa Banca Mondiale che ha tracciato l’andamento del mercato dei metalli sulla base dello sviluppo verde, stilando delle previsioni fino al 2050. Anno in cui, secondo gli autori del documento, il consumo del solo litio sarà aumentato del 965% rispetto ai livelli odierni. Basti pensare alla sola energia eolica. Gli analisti di settore prevedono che il comparto possa crescere del 63% tra il 2017 (515 GW) e il 2023 (839 GW). Un aumento che si ripercuoterà sulle risorse impiegate, calcolando che per una singola turbina da 3 MW servono 1200 tonnellate di calcestruzzo, 335 di acciaio, 4,7 di rame, 3 di alluminio, terre rare e quantità non specificate di zinco e molibdeno (dati della World Bank).
Il tutto a discapito dei paesi in via di sviluppo ricchi di minerali, dove l’estrazione delle risorse avviene ai danni delle comunità più vulnerabili e dell’ambiente. Climate-Smart Mining Facility lavorerà con queste stesse nazioni per implementare strategie e pratiche sostenibili attraverso l’intera catena del valore dei minerali. Da notare che non si parla di sostenibilità etica ma solo di quella climatica. I progetti finanziati potranno, infatti, includere interventi di prevenzione della deforestazione e pratiche sostenibili di uso del suolo, approcci circolari per il riciclo delle materie prime, il riutilizzo dei siti minerari e l’integrazione delle energie rinnovabili nelle operazioni minerarie. Il settore rappresenta attualmente fino all’11% del consumo globale di energia e che le operazioni d’estrazione in aree remote fanno spesso affidamento su diesel o carbone.
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