I tre grattacieli sono un complesso autosufficiente grazie a piani dedicati alla coltivazione, tetti verdi, wintergarden per il raffrescamento, geotermia, recupero dell’acqua piovana
(Rinnovabili.it) – Hong Kong, con i suoi 6.390 abitanti per kmq, è una delle zone a più alta densità abitativa del mondo. Film, documentari e Lonely Planet ci hanno abituato a pensare a questa città affacciata sul mar Cinese Meridionale principalmente attraverso il suo skyline, che ha ben poco da invidiare alla scintillante Manhattan. Se grattacielo dev’essere, lo studio Weston Williamson + partners ha deciso di fare le cose in grande e ha realizzato un vero e proprio quartiere verticale, autosufficiente e integrato nel tessuto urbano: l’Arcology Tower.
Spazi verdi e geotermia per il quartiere verticale
Al livello del terreno, le tre torri formano una grande piazza con parco aperta in direzione del porto. Salendo, i piani superiori aumentano la superficie calpestabile massimizzando gli spazi destinati a un uso pubblico dell’intera città. Tra il 21° e il 25° livello, i piani si incontrano e creano un unico spazio comune. I piani superiori invece risultano di nuovo separati e di superficie decrescente, favorendo l’illuminazione naturale. A intervalli regolari, ciascuna delle tre torri ospita zone verdi pubbliche e diversi wintergarden privati, che svolgono un ruolo fondamentale per il raffrescamento della struttura. In cima, gli ultimi piani sono di fatto tre tetti verdi. L’autosufficienza dell’Arcology Tower è data anche dalla presenza di livelli completamente destinati alla coltivazione, i cui prodotti vengono poi consumati all’interno degli edifici. Il complesso dispone inoltre di un sistema di raccolta dell’acqua piovana e di trattamento on-site delle acque reflue. Il riscaldamento dell’intero quartiere verticale è assicurato dal geotermico.