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Architettura resiliente, le torri che salveranno Città del Messico dalla subsidenza

Architettura resiliente, le torri che salveranno Città del Messico dalla subsidenza

 

(Rinnovabili.it) – Città del Messico affonda, lentamente. Colpa della subsidenza. O meglio, colpa dello sfruttamento eccessivo della sua falda acquifera. Più la città estrae acqua dal sottosuolo, più il terreno cede. Per risolvere definitivamente il problema, gli architetti messicani Israel Lòpez Balan e Gabriel Mendoza Cruz hanno presentato un progetto ambizioso, che mette l’architettura resiliente al servizio dei milioni di abitanti della capitale.

 

Architettura resiliente, le torri che salveranno Città del Messico dalla subsidenza
Mappa di subsidenza di Città del Messico

 

L’idea di fondo è piuttosto semplice e intuitiva. Se è bene lasciare la falda acquifera così com’è, bisogna prendere l’acqua altrove. E l’unico modo è la pioggia. Ma come si fa a soddisfare il fabbisogno dell’agglomerato urbano più grande del mondo dopo Tokyo, che conta più di 30 milioni di abitanti? La proposta degli architetti è quella di rimpiazzare gradualmente la rete di drenaggio urbano per le acque meteoriche – che ha un alto tasso di spreco – con un sistema di raccolta e stoccaggio delle piogge ben più efficiente e resiliente.

 

Architettura resiliente, le torri che salveranno Città del Messico dalla subsidenza (Rinnovabili.it) – Città del Messico affonda, lentamente. Colpa della subsidenza. O meglio, colpa dello sfruttamento eccessivo della sua falda acquifera. Più la città estrae acqua dal sottosuolo, più il terreno cede. Per risolvere definitivamente il problema, gli architetti messicani Israel Lòpez Balan e Gabriel Mendoza Cruz hanno presentato un progetto ambizioso, che mette l’architettura resiliente al servizio dei milioni di abitanti della capitale. Architettura resiliente, le torri che salveranno Città del Messico dalla subsidenza Mappa di subsidenza di Città del Messico L’idea di fondo è piuttosto semplice e intuitiva. Se è bene lasciare la falda acquifera così com’è, bisogna prendere l’acqua altrove. E l’unico modo è la pioggia. Ma come si fa a soddisfare il fabbisogno dell’agglomerato urbano più grande del mondo dopo Tokyo, che conta più di 30 milioni di abitanti? La proposta degli architetti è quella di rimpiazzare gradualmente la rete di drenaggio urbano per le acque meteoriche – che ha un alto tasso di spreco – con un sistema di raccolta e stoccaggio delle piogge ben più efficiente e resiliente. Il progetto è stato ideato per Ciudad Nezahualcoyotl, uno dei comuni che formano l’area metropolitana di Città del Messico. Lì la subsidenza raggiunge livelli allarmanti: mentre la popolazione cresce in modo esponenziale, la falda cala e in un secolo il terreno ha ceduto di oltre 9 metri. Visto da lontano assomiglierà a torri che emergono dal centro di laghi artificiali. In questi bacini verranno fatte confluire tutte le precipitazioni. Le torri invece avranno la funzione di filtro e trattamento per purificare le acque. Inoltre saranno dotate di pozzi di assorbimento per reiniettare l’acqua all’interno della falda sotterranea. Questa architettura resiliente ha, ad ogni modo, un grado di complessità da non sottovalutare. Le torri, da progetto, dovrebbero stagliarsi per 200 metri sopra la superficie e arrivare fino al livello della falda. L’altezza dipende dal processo di trattamento delle acque che attraversa varie fasi: sedimentazione, aggiunta di ipoclorito di sodio contro i batteri, rimozione dei sedimenti residui, filtraggio naturale attraverso strati sovrapposti di antracite, sabbia, ghiaia e il granato, un minerale nesosilicato.Il progetto è stato ideato per Ciudad Nezahualcoyotl, uno dei comuni che formano l’area metropolitana di Città del Messico. Lì la subsidenza raggiunge livelli allarmanti: mentre la popolazione cresce in modo esponenziale, la falda cala e in un secolo il terreno ha ceduto di oltre 9 metri.

Visto da lontano assomiglierà a torri che emergono dal centro di laghi artificiali. In questi bacini verranno fatte confluire tutte le precipitazioni. Le torri invece avranno la funzione di filtro e trattamento per purificare le acque. Inoltre saranno dotate di pozzi di assorbimento per reiniettare l’acqua all’interno della falda sotterranea.

 

Questa architettura resiliente ha, ad ogni modo, un grado di complessità da non sottovalutare. Le torri, da progetto, dovrebbero stagliarsi per 200 metri sopra la superficie e arrivare fino al livello della falda. L’altezza dipende dal processo di trattamento delle acque che attraversa varie fasi: sedimentazione, aggiunta di ipoclorito di sodio contro i batteri, rimozione dei sedimenti residui, filtraggio naturale attraverso strati sovrapposti di antracite, sabbia, ghiaia e il granato, un minerale nesosilicato.

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