Negli ultimi 5 anni si investe meglio e di più in appalti verdi e acquisti ecologici nella Pubblica amministrazione. Ma i privati restano al palo
(Rinnovabili.it) – Valgono circa 11.5 miliardi di euro l’anno gli appalti verdi italiani, cioè eseguiti con criteri ambientali. Lo rivelano i primi dati del Rapporto CompraVerde-Buy Green, forum internazionale degli acquisti verdi, che si tiene l’1 e il 2 ottobre all’Acquario Romano-Casa dell’Architettura di Roma.
Secondo il rapporto, le Regioni più virtuose, dove si concentra la maggior parte degli acquisti verdi, sarebbero 6: Sardegna, Puglia, Toscana, Emila Romagna, Liguria e Piemonte. Non a caso, in questi territori, le amministrazioni presenti o passate hanno approvato un piano d’azione per il Green Public Procurement (GPP). Un po’ pochino nell’economia di una nazione che stenta ancora a investire cifre consistenti nel settore: gli acquisti verdi, infatti, coprono appena il 9,3% dell’ammontare in valore degli appalti (con acquisti totali pari a 2.400 miliardi di euro l’anno).
Un trend che si scontra con il crollo di richieste di etichettatura certificata “Ecolabel” da parte del settore privato negli ultimi 3 anni. Il marchio “eco”, è applicato ad oggi su 19.596 prodotti con 361 licenze ‘Ecolabel’ concentrate in Trentino, Toscana e Puglia. Le vantano soprattutto gli alberghi (361), la carta (36), i campeggi (25), detergenti e detersivi (47) e vernici (12).
Tra le amministrazioni centrali, le performance migliori le registra l’Agenzia delle Entrate: usa fonti di energia rinnovabili, ha adottato parametri ambientali nei servizi per le pulizie, nella ristorazione e per i distributori automatici.
Nel 2013 è stato approvato il Piano nazionale per il green public procurement, che delinea nuovi obiettivi a livello nazionale e il raggiungimento del 50% degli acquisti negli appalti pubblici secondo criteri ambientali minimi. Al momento non sono parametri vincolanti, ma il collegato ambientale alla Legge di stabilità dovrebbe introdurre l’obbligatorietà.