Da una scoperta casuale, la nuova tecnica per estrarre il prezioso metallo senza fare ricorso all’uso del cianuro
(Rinnovabili.it) – Nel processo di estrazione dell’oro, il prezioso metallo è spesso purificato dal minerale di basso grado in cui si trova incluso con una tecnica nota come cianurazione aurea. Come suggerisce il nome, il processo utilizza cianuro, un veleno particolarmente potente che inevitabilmente finisce per contaminare l’ambiente minerario. Una soluzione al problema potrebbe venire dalla scoperta fatta alla’interno dei laboratori della Northwestern University dell’Illinois, dove un gruppo di scienziati ha annunciato di aver messo a punto nuovo processo di recupero dell’oro che si basa su un componente non tossico: l’amido di mais.
Il processo è stato scoperto per caso, nel tentativo da parte dello scienziato Zhichang Liu di realizzare una minuscola struttura cubica da impiegare nello stoccaggio del gas. Nel dettaglio il ricercatore aveva mescolato insieme due soluzioni a temperatura ambiente, una contente un sale dell’oro disciolto chiamato aurate, l’altra un’alfa-ciclodestrina, ossia un frammento dell’amido di mais composto da sei unità di glucosio. Con sua sorpresa, in meno di un minuto il mix delle due soluzioni aveva prodotto come risultato dei sottili aghi solidi; ognuna di queste strutture risultava a su volta composta da un fascio di circa 4.000 minuscoli fili d’oro. L’economico processo crea come sotto prodotto un sale di metallo alcalino “relativamente innocuo”, secondo gli scienziati, permettendo di estrarre il materiale prezioso in maniera più efficace rispetto ai metodi fino ad oggi impiegati. Inoltre la tecnica si presterebbe anche per essere utilizzato anche nelle operazioni di recupero dell’oro da rifiuti elettronici.