Una ecosfera sostenibile, protetta da una cupola geodetica, progettata da Spor í sandinn: così l'Islanda pensa al turismo e rilancia le fattorie urbane
(Rinnovabili.it) – Un’oasi verde dal clima tropicale nel bel mezzo di Reykjavík. Un’attrazione per i turisti, ma anche un luogo di aggregazione per gli abitanti della capitale. È l’obiettivo di Aldin, una biosfera sostenibile protetta da una cupola geodetica, progettata da Spor í sandinn (letteralmente significa “Impronte nella sabbia”). Al momento le autorità islandesi ne stanno vagliando l’approvazione, e se non ci saranno intoppi dovrebbe vedere la luce tra il 2018 e il 2019.
L’ecosfera raccoglie la sfida di ricreare standard ambientali e climatici ad una latitudine più che proibitiva, in modo completamente sostenibile. L’Islanda in questo senso è certamente uno dei paesi che ha meno difficoltà a portare a termine progetti del genere per quanto riguarda il fabbisogno energetico. L’isola fa affidamento al 100% sull’energia geotermica, ed è all’avanguardia in questo campo. Proprio la geotermia sarà la fonte rinnovabile usata per il progetto Aldin.
La biosfera sostenibile sorgerà ad Elliðaárdalur, nei pressi della capitale, al centro dell’omonima area ricreativa. All’interno, una temperatura costante di 25°C permetterà la presenza di piante tropicali ma, soprattutto, di fattorie urbane pensate per la popolazione di Reykjavík. Il progetto prevede la costruzione di una serie di ecosfere, organizzate attorno ad una grande piazza centrale, con lo scopo di creare e stimolare il senso di comunità. Ma sarà aperta anche ad aziende e imprese: alcuni spazi della fattoria urbana saranno disponibili per l’affitto, così che ristoranti e negozi possano coltivare e vendere prodotti a chilometro zero.
“L’obiettivo è riconnettere le persone alla natura secondo modalità nuove e attraenti – spiega la CEO di Spor í sandinn, Hjördís Sigurðardóttir – e combinare l’esperienza di temperature tropicali con il mondo dei coltivatori e un laboratorio agricolo. Aldin sarà un hub per le idee, uno spazio d’incontro, relax e socializzazione per la comunità, e un’attrazione per i turisti”.
Il progetto è frutto della collaborazione tra Sigurðardóttir e altri colleghi incontrati a partire dal 2015 nello spazio di co-working Business Accelerator di Reykjavík, un incubatore di startup. Dopo una prima fase sorretta dal crowdfunding, il progetto sta cercando investitori anche con il supporto delle autorità della capitale.