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Arriva l’acqua da mangiare per risparmiare plastica

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(Rinnovabili.it) – “Su, mangia un po’ d’acqua”. Tra qualche anno il nostro vocabolario subirà drastici cambiamenti, se la piccola startup britannica Skipping Rocks Lab riuscirà a commercializzare su larga scala le sue bolle d’acqua per ridurre l’utilizzo di imballaggi in plastica. Le sfere di liquido, grandi come una pallina da ping pong, hanno il nome di “Ooho balls” e sono composte da una membrana gelatinosa fatta di estratti vegetali ed alghe. Secondo gli inventori, può impiegare fino a quattro-sei settimane per decomporsi, lasciando il tempo alle persone di consumarle non in maniera occasionale.

Nel momento storico in cui uno dei principali problemi di inquinamento al mondo è causato dalle mastodontiche isole di plastica negli oceani, la piccola impresa londinese si propone come parte della soluzione. La sua idea ha ottenuto vasto interesse durante le dimostrazioni a Londra e San Francisco.

 

L’ultima ha avuto luogo nella capitale inglese giusto un paio di giorni fa, proprio a ridosso della presentazione dei dati sull’inquinamento da parte delle autorità cittadine. Cifre preoccupanti, secondo i funzionari del Comune: più di 4 mila bottiglie di plastica sono state rimosse dal Tamigi in un solo mese nel 2016, a dimostrazione che il problema dei rifiuti ha una portata quasi incalcolabile.

 

Arriva l'acqua da mangiare per risparmiare plastica 3Secondo il Consiglio comunale, le Ooho balls possono dare una mano alla riduzione degli imballaggi in plastica, ma anche il riuso dev’essere incentivato. «Perciò è importante che i cittadini possano, ad esempio, riempire le proprie bottiglie alla stazione», ha detto la presidente della commissione Ambiente, Leonie Cooper, del partito Laburista.

La Skipping Rocks dichiara di produrre circa 2 mila Ooho balls al giorno, ma spera di aumentarne il numero, puntando su un target vasto e di grande risonanza mediatica: gli sportivi. Il passo successivo sarà incapsulare l’alcol, per aprirsi un altro immenso mercato, quello dei giovani. «Questa sarà la Jagerbomb del futuro», annuncia raggiante Lise Honsinger, CEO della piccola azienda. Ed ecco che dal riciclo e dal rispetto dell’ambiente, in un attimo si finisce nel business degli alcolici.

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