(Rinnovabili.it) – La scorsa estate la lobby dell’eolico europeo ha pubblicato il dossier “Saving water with wind energy” (Salvare l’acqua con l’energia del vento), documento che puntava il dito contro uno degli aspetti meno conosciuti della produzione energetica: lo spreco d’acqua. Ogni anno, infatti, il comparto usa ben 4,5 miliardi di metri cubi d’acqua, per la gran parte consumati per il raffreddamento di centrali elettriche e nucleari. Solo nel 2011 l’elettricità proveniente da impianti a carbone, a gas e nucleari è costata all’Unione Europea una “richiesta idrica” pari a quella di 82 milioni di cittadini europei. In realtà la maggior parte (il 93%) del vapore prodotto in questo modo, viene riciclata e restituita alla fonte d’acqua naturale. Peccato che i fluidi siano reinseriti a temperature più elevate di quelle naturali e spesso dannose per gli ecosistemi.
Viene spontaneo chiedersi: come è possibile fare fronte a questa situazione? Se la ricetta EWEA prevedeva, come è logico, un massiccio impiego di fonti rinnovabili, c’è però anche chi ha pensato a come risolvere il problema nel minor tempo, senza aspettare il sorpasso delle green energy rispetto alle fonti convenzionali. E’ il caso di un team di ricercatori provenienti dalla Drexel University che sta sperimentando la cera come fluido di raffreddamento, al posto dell’acqua. Lo studio è finanziato dal Dipartimento dell’energia americano, oggi alla disperata ricerca di una diversa, e possibilmente migliore, modalità per raffreddare i ben 7.304 impianti energetici del Paese che oggi impiegano ben il 41% dell’acqua prelevata quotidianamente da laghi e fiumi.
L’obiettivo degli scienziati è quello è quello di sviluppare un prototipo su larga scala che possa essere integrato nelle centrali esistenti. Il loro sistema si basa sull’impiego di perline di paraffina, non troppo dissimili da quelle che oggi si vendono per le candele fai da te. “La paraffina ha proprietà uniche quando si tratta di scambi di calore”, spiegano i ricercatori. “E’ quello che noi chiamiamo ‘materiale a cambiamento di fase’; noi siamo in grado di ‘progettare’ una cera che assorba una grande quantità di calore, resistendo agli sbalzi di temperatura. Così, sostituendola con l’acqua si avrebbero una serie di vantaggi tra cui liberare più di un terzo delle acque dolci superficiali della nazione”. Il team stima che questo sistema di raffreddamento a secco possa essere fino a quattro volte più efficiente di quello ad acqua.