Rinnovabili

Abyss Cleanup, la serie tv sui rifiuti marini che inquinano i nostri fondali

rifiuti
Credits: IgorD’India.it

Le riprese saranno effettuate tra la Liguria e lo stretto di Messina, per scovare le tonnellate di rifiuti marini “nascosti”.

 

(Rinnovabili.it) – Quelli galleggianti sono solo la punta dell’iceberg, perché un’enorme quantità di rifiuti marini giace sui fondali, invisibili ma estremamente dannosi per ambiente ed ecosistema. 

 

Secondo le attività di monitoraggio condotte dall’Ispra e dal Sistema per la protezione dell’Ambiente (SNPA) nell’ambito del progetto europeo MEDSEALITTER, più del 70% del totale dei rifiuti marini del Mediterraneo è depositato nei fondali italiani e il 77% è costituito da plastica. La situazione varia da area ad area e in base alle zone monitorate. Con 786 oggetti rivenuti e un peso complessivo superiore ai 670 kg, il Mare di Sicilia si conferma tra le discariche sottomarine più grandi del Paese, mentre nei fondali rocciosi (dai 20 ai 500 m di profondità) le concentrazioni più alte di rifiuti marini si rilevano nel Mar Ligure (1500 oggetti per ogni ettaro) e nel golfo di Napoli (1200 oggetti per ogni ettaro).

 

>>Leggi anche: “COMMON, il progetto europeo per salvare il Mediterraneo”<<

 

Attraverso il progetto Abyss Cleanup, il videomaker palermitano Igor D’India (già autore di numerosi reportage ambientali) ha scelto di puntare i riflettori sul grave problema del marine litter e di portare alla luce i rifiuti marini che giacciono sui fondali della Sicilia e della Liguria. 

 

Prodotta in collaborazione con PopCult Docs, la serie pensata per la tv e il web vedrà il regista immergersi (letteralmente) nelle discariche sottomarine e partecipare ai tentativi e alle attività di recupero. Durante le riprese del trailer sono stati rimossi circa 2 quintali di copertoni dai fondali della provincia di Palermo, ma l’obiettivo per il prossimo anno prevede la bonifica di cinque siti marini a profondità che supereranno i 500 metri, dove i ricercatori hanno individuato enormi quantità di rifiuti.

 

Scendere a 800 metri con i ROV (sottomarini a controllo remoto) e rimuovere i rifiuti in un canyon sottomarino è una missione pionieristica e molto onerosa. Ma il punto della serie è proprio questo. Come videomaker ho il ruolo di raccontare e sensibilizzare, ma anche e soprattutto di creare una rete di persone, aziende e professionisti capaci di sperimentare soluzioni concrete”, ha spiegato D’India. “Tra le numerose imprese italiane che stanno investendo nella sostenibilità, spero di trovare i partner disposti a co-finanziare la serie. Sarà indispensabile anche il supporto delle istituzioni e degli enti preposti alla sorveglianza e alla sicurezza del mare”.

 

Tra i partner tecnici finora confermati vi sono Slam, Easydive e Riccio Blu. La consulenza scientifica sarà invece affidata al professor Francesco Chiocci, alla dottoressa Martina Pierdomenico (autori dello studio che ha ispirato la serie) e ai ricercatori di Menkab. “Il Mar Mediterraneo”, ha detto Giulia Calogero, project manager, ricercatrice e consulente scientifica per Menkab , “è un sistema chiuso molto particolare e sensibile a ogni modifica. Durante le nostre uscite di monitoraggio in mare vediamo quotidianamente l’impatto generato dai rifiuti prodotti dall’uomo. Per questo riteniamo fondamentale prendere parte a progetti come Abyss Cleanup, che permettono al maggior numero possibile di persone di scoprire un problema che ad oggi è ancora troppo nascosto”.

 

>>Leggi anche: “Plastica, il Mediterraneo è serbatoio d’Europa. Italia tra i peggiori”<<

Exit mobile version