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2050: le fattorie galleggianti possono sfamare il mondo?

2050: le fattorie galleggianti possono sfamare il mondo?

 

(Rinnovabili.it) – Le previsioni sono chiare: secondo le Nazioni Unite la popolazione mondiale è destinata a crescere e passerà dai 6,9 miliardi di persone del 2010 a 8,3 nel 2030 ad addirittura più di 9 miliardi nel 2050. Come sfamare tutte queste persone? Secondo Forward Thinking Architecture la risposta è nelle fattorie galleggianti.

Le Smart Floating Farms sono fattorie idroponiche che producono alimenti in mare aperto, con un processo automatizzato e sostenibile. L’obiettivo è quello di produrre cibo biologico, sicuro ed ecocompatibile in poco spazio, non andando a sfruttare le terre vergini ma occupando spazi nell’oceano con strutture resilienti e poco invasive.

I progettisti non hanno immaginato le fattorie galleggianti come sostituti dell’agricoltura tradizionale ma come strutture capaci di affiancarla e sopperire alle difficoltà che andrà incontrando nei prossimi decenni.

Le strutture modulari off-shore possono essere abbinate tra di loro per produrre contemporaneamente ortaggi, frutta e foraggio per diventare dei veri complessi di aziende agricole galleggianti, situate nel mare aperto in prossimità delle città, per rifornirle periodicamente di cibo quasi a chilometri zero. Ogni unità sarà capace di produrre più di 8 tonnellate di ortaggi l’anno e circa 1,7 tonnellate di pesce.

 

2050: le fattorie galleggianti possono sfamare il mondo?

 

Come sono fatte le fattorie galleggianti Smart Floating Farms

La forma dei moduli galleggianti ricorda gli allevamenti di pesce tradizionali orientali, che con i loro parallelepipedi off-shore ottimizzano la produzione di cibo, con una conformazione efficiente e razionale.

Il singolo modulo ha le dimensioni di 200 m x 350 m, occupa 70.000 mq e all’interno ospita una griglia di corridoi che consentono di raggiungere ogni area per la manutenzione. Da questo modello iniziale si possono ridurre o aumentare le dimensioni in base alle esigenze dello stato ospitante.

La struttura si compone di tre livelli, il più basso destinato all’acquacoltura, l’intermedio ospitante una fattoria idroponica con un sistema automatico per l’irrigazione ed il controllo del microclima mentre la superficie di copertura sarà occupata da un impianto fotovoltaico alternato a lucernari per portare energia pulita e luce naturale all’interno.

Perché l’intervento non risulti invasivo nel posizionamento delle fattorie si dovranno prendere in considerazione numerosi fattori ambientali della zona, tra i quali le condizioni climatiche, il rispetto di eventuali corridoi marini e zone protette.

 

2050: le fattorie galleggianti possono sfamare il mondo?

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