Un nuovo rapporto di Can Europe fa le pulci a 24 Piani nazionali energia clima. Troppo gas fossile nei programmi italiani al 2030
Solo Svezia, Portogallo, Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia e Francia hanno fissato una data per le zero emissioni
(Rinnovabili.it) – I piani nazionali energia e clima (PNIEC) degli Stati membri non brillano di ambizione. Nonostante non abbiano ancora assunto la forma definitiva, i testi oggi in mano a Bruxelles deludono le aspettative. Ad oggi, ad esempio, solo sei Paesi hanno fissato un obiettivo di zero emissioni nette, in linea con le richieste del mondo scientifico e dei parlamentari europei. A rivelarlo è CAN Europe in un nuovo rapporto dal titolo “Time to pick up the pace: Insights into the draft National Energy and Climate Plans”.
Il documento fa le pulci a 24 progetti di PNIEC, la cui elaborazione è stata richiesta dal regolamento sulla governance dell’Unione Energetica, adottato lo scorso anno. I piani nazionali servono a garantire il raggiungimento collettivo degli obiettivi climatici ed energetici UE ma richiedono anche un’ambizione che per ora non trapela dai testi consegnati all’esecutivo.
Secondo l’analisi di CAN Europe, uno dei primi problemi riscontrati è l’approccio approssimativo: molti Piani contengono misure non complete o quantificate, poco credibili e in alcuni casi basate su informazioni non aggiornate. Tra i 24 Paesi coperti dal rapporto, solo Svezia, Portogallo, Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia e Francia mirano a raggiungere le zero emissioni nette entro il 2045 o il 2050 al più tardi.
Inoltre, nazioni come Bulgaria, Romania, Polonia e Grecia prevedono ancora di fare molto affidamento sul carbone, mentre l’Italia e l’Irlanda continueranno a investire nel gas fossile fino al 2030 e oltre.
“Il nostro rapporto mostra che le risposte programmate degli Stati membri ai cambiamenti climatici e le loro proposte per accelerare la transizione verso l’energia pulita sono ancora lente e deludenti”, ha dichiarato Wendel Trio, direttore di Climate Action Network (CAN) Europa. Ma l’associazione non si limita a sottolineare i punti deboli dei Piani nazionali. Il rapporto consegna a ciascuno dei 24 Paesi anche delle raccomandazioni tagliate su misura.
All’Italia viene chiesto di alzare l’obiettivo 2030 per le energie rinnovabili: attualmente è inferiore a quello richiesto dall’UE (un 30% contro il 35% europeo) nonostante sia stato uno dei Paesi a spingere, durante le riunioni del Consiglio, per aumentare il target comunitario. Tirata d’orecchie anche per l’ampio ruolo assegnato alle energie fossili. Il PNIEC italiano prevede che l’eliminazione graduale del carbone sia portata avanti attraverso la sostituzione con il gas fossile, invece di sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. “Ciò – spiega l’associazione – rischia di bloccare i combustibili fossili a lungo termine”.
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