L’agenzia presenta il suo modello di città intelligente del futuro, un connubio tecnologico che integra gestione hitech di edifici e infrastrutture ai principi dell’economia circolare
Dal compostaggio di comunità al Social Urban Network, la collaborazione è il fulcro su cui far crescere le smartcity
(Rinnovabili.it) – Il mercato globale delle smart city è destinato a crescere rapidamente nei prossimi anni. Sotto la spinta dell’aumento demografico, della necessità di gestire al meglio risorse naturali limitate e la sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambienta, il settore dovrebbe superare i 2.000 miliardi di dollari di valore entro il 2025. Ma cosa vuol realmente dire “città intelligente”? E quali sono le soluzioni in grado di accelerare lo sviluppo tecnologico dei centri abitati senza dimenticare la tutela ambientale? A queste domande l’ENEA risponde oggi con il suo modello di smart city del futuro, visione hi-tech di un ecosistema urbano votato all’uso efficiente delle risorse e al comfort dei suoi abitanti. Ma non si tratta di un progetto astratto: molte delle soluzioni e tecnologie che compongono il modello ENEA, sono state già testate in alcuni quartieri di Roma e in altri Comuni italiani e successivamente qualificate all’interno dello Smart Village del Centro ENEA Casaccia. Il progetto è legato all’iniziativa “Convergenza Smart City and Communities” promossa dall’Agenzia per tradurre in pratica la discussione teorica sulla città intelligente, attraverso lo sviluppo di prodotti mirati.
La chiave di tutto è la collaborazione. Allo stato attuale la maggior parte dei centri urbani gestiscono autonomamente, tramite le utility, una serie di servizi strategici come l’illuminazione, l’acqua, l’elettricità, il gas, i rifiuti e la mobilità. L’approccio scelto da Enea punta invece su cooperazione, convergenza e partecipazione “Città e territori difatti diventano Smart laddove si consolidi una stretta collaborazione tra coloro che sono i principali attori dei processi gestionali e d’innovazione urbana ed il mercato nella sua eccezione più ampia”, spiegava lo scorso anno Nicoletta Gozo ricercatrice ENEA della Divisione Smart Energy.
E il nuovo modello di Smart District Urbano, disegnato assieme ai principali istituti universitari nazionali, fa della collaborazione il suo punto di forza. Il progetto prevede tre settori applicativi: servizi aggregati per edifici, infrastrutture pubbliche energivore e smart community. A livello orizzontale è stata sviluppata una piattaforma ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) in grado di connettere tutti i servizi urbani e le innovazioni realizzate.
Le soluzioni in questione comprendono:
Smart home, un controllo domotico basato su una serie di sensori a costi contenuti e ridotta invasività, in grado di effettuare nelle abitazioni monitoraggi energetico-ambientale, segnalare effrazioni alla sicurezza e controllare le condizioni di salute delle persone. Tra le tecnologie utilizzate c’è anche “Sesto Senso”, il maggiordomo virtuale brevettato da ENEA, che permette di rilevare persino i livelli di CO2;
Smart building, un edificio innovativo implementato da un impianto fotovoltaico, accumulo a batterie e software di gestione dei flussi energetici;
Smart street, un insieme di soluzioni per il monitoraggio dei parcheggi, la ricarica di veicoli elettrici, la rilevazione di infrazioni o situazioni critiche (es. allagamenti), il controllo dell’inquinamento atmosferico e acustico;
Lampioni intelligenti, ossia impianti a LED dotati di connettività e sensoristica per poter regolare da remoto e in automatico l’intensità luminosa, acquisendo nel contempo i dati di flussi di traffico
Software per previsioni di rischio delle infrastrutture energetiche e idriche
Droni per il monitoraggio energetico degli edifici energivori attraverso riprese video e termografie
Sistema di gestione intelligente della rete idrica per individuare le perdite in tempo reale sia a livello di singolo utente che di distretto urbano;
Controllo automatizzato degli impianti di depurazione delle acque reflue, grazie a un sistema brevettato da ENEA che consente risparmi significativi nei consumi elettrici e a una metodologia innovativa di “labelling”energetico mediante l’introduzione di opportune classi di efficienza;
Compostaggio di comunità;
Piattaforma nazionale per il monitoraggio e la valutazione dei consumi delle infrastrutture pubbliche energivore;
Social Urban Network, una metodologia già testata nel quartiere di Centocelle a Roma per lo sviluppo di una smart community locale e la promozione della co-governance, la partecipazione alla vita collettiva e comportamenti sostenibili grazie a processi formativi e organizzativi, living lab e tecnologie ICT.