Detto, fatto. Come annunciato ieri dal ministro Corrado Clini, il Dicastero dello Sviluppo ha varato, di concerto con quello dell’Ambiente e quello delle Politiche agricole, il testo definitivo del Decreto “rinnovabili elettriche”. Il provvedimento, ora in mano alla Conferenza Unificata, definisce nelle sue pagine i nuovi incentivi per idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas con una finalità ben precisa: porre le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle green energy, allineando i sussidi italiani a quelli europei e all’andamento del mercato.
Il sistema entrerà in vigore il 1° gennaio 2013 e stabilisce che la spesa per gli incentivi crescerà dai 3,5 miliardi attuali fino a 5,5 miliardi l’anno per poi essere stabilizzata entro il 2020. Il provvedimento, inoltre, introduce un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva con il preciso obiettivo di contingere la potenza istallata:
- i grandi impianti con potenze superiori a 5 MW (20 MW per l’idroelettrico e il geotermico) accedono attraverso procedura d‟asta al ribasso sull’incentivo nei limiti di quantitativi predeterminati di potenza annua.
- gli impianti fra i 50 kW e 5 MW – 5.000 kW accedono previa iscrizione a registro seguendo una serie di criteri di priorità quali: impianti iscritti al precedente registro che non sono riusciti ad entrare; piccoli impianti di proprietà di aziende agricole; criteri specifici per tecnologia; minor potenza degli impianti; anteriorità del titolo autorizzativo; precedenza della data della richiesta di iscrizione al registro.
- i piccoli impianti sono liberi di accedere ad incentivo dopo l‟entrata in esercizio (il quantitativo di questa categoria viene detratto dal contingente a registro nell’anno successivo).
Il nuovo regime punta soprattutto a favorire “le tecnologie con maggior ricaduta sulla filiera economico-produttiva nazionale e ad alto contenuto innovativo, introducendo inoltre meccanismi per evitare distorsioni a livello territoriale e conflitti con altre filiere produttive nazionali, in particolare con quella alimentare”. L’obiettivo finale è quello di riuscire a garantire il superamento dei target comunitari al 2020 (dal 26% a circa il 35% nel settore elettrico) ed a stabilizzare nel contempo l’incidenza degli incentivi sulla bolletta attraverso una riduzione di spesa di circa 3 miliardi di euro l’anno rispetto al costo inerziale che si sarebbe raggiunto con il precedente regime.