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Unione Energetica, si cerca la traiettoria delle rinnovabili 2030

Sono iniziati i negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio UE sulla nuova direttiva per la Governance dell'Energy Union. Ma la questione "rinnovabili", spacca in due il tavolo

Unione Energetica

 

 

Manca l’accordo sul meccanismo di gap filler, cuore del regolamento sulla Governance dell’Unione energetica

(Rinnovabili) – Ancora un passo avanti nella messa a punto della nuova normativa energetica comunitaria. Ieri il “trilogo” ha trovato i primi punti d’accordo in merito alla proposta di regolamento sulla governance dell’Unione Energetica. Il progetto di legge è uno degli otto elementi chiave del Pacchetto Energia pulita presentato a fine 2016 dalla Commissione Europea. Stabilisce un quadro generale per raggiungere i futuri obiettivi sul clima ed energia 2030 e un meccanismo di revisione dei progressi, obbligando gli Stati membri a dotarsi, entro il 1 ° gennaio 2019, di piani nazionali che integrino questi due temi. A partire dal 2021, i Ventisette saranno tenuti a presentare relazioni biennali sullo stato di avanzamento dei loro piani nazionali. I documenti consentirebbero alla Commissione di scoprire eventuali lacune, sia a livello di Stati membri, sia a livello di Unione, prendendo misure correttive per colmare questi gap.

 

Una materia non facile su cui i negoziatori di Commissione, Parlamento e Consiglio dell’Unione Europea hanno fissato i primi paletti. L’intesa è stata raggiunta per ora sui temi meno controversi della proposta, come la fuel poverty, il mercato interno e la sicurezza energetica.

Ma la vera questione al centro del regolamento sulla governace dell’Unione energetica è stato il “gap filler mechanism” (meccanismo per colmare le lacune) che mira a riportare in linea i Paesi in caso di mancato rispetto degli obiettivi assegnati per le emissioni di CO2 e le energie rinnovabili.

 

Ancora lontani da un accordo, i negoziatori hanno discusso ieri unicamente della “traiettoria” verso gli obiettivi 2030 e delle “misure correttive”. L’Europarlamento propende per un percorso lineare, i governi dell’UE vorrebbero invece una sorta curva a “banana”, in cui gli sforzi verrebbero aumentati man mano che ci si avvicina alla scadenza. Tutti sono però concordi nell’introdurre obiettivi intermedi per le energie rinnovabili, dal momento che, a differenza degli attuali target 2020, quelli al 2030 non sono vincolanti per le green energy. In alto mare invece le discussioni sulla percentuale finale di consumi coperti dalle rinnovabili al 2030 (tra Parlamento e Consiglio c’è ancora uno scarto di 7 punti percentuali) e i target sull’efficienza energetica. Entrambi i temi saranno affrontati nel prossimo incontro, previsto per il 19 giugno.

 

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