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Unione Energetica Europea: che fine faranno le fonti rinnovabili?

Unione Energetica Europea: dove finiranno le fonti rinnovabili?

 

(Rinnovabili.it) – Conto alla rovescia per la presentazione dell‘Energy Union, il nuovo indirizzo politico in materia di energia della Commissione Europea. L’esecutivo Juncker adotterà la nuova proposta il prossimo mercoledì 25 febbraio, ma le dichiarazioni e indiscrezioni circolate in questi giorni a proposito della futura Unione Energetica Europea, non mancano di preoccupare i più attenti. Come rivela il documento trapelato poco prima del giorno della presentazione formale, uno degli strumenti chiave della nuova politica energetica sarà il sostegno ai meccanismi di capacity payment. Con questa formula anglosassone si indica di norma il contributo assegnato alle centrali tradizionali affinché non vengano chiuse, dal momento che ormai producono meno delle loro effettive potenzialità per via dello sviluppo delle rinnovabili, in modo da ripagarle per il solo fatto di esistere e di essere in grado di fornire energia se necessario. In altre parole i cittadini europei continueranno a pagare le grandi centrali a combustibili fossili, spesso ormai inutili e disattivate, anche quando sono spente.

 

L’apertura di meccanismi di capacità (già una realtà in alcuni Stati membri come l’Italia) agli investimenti provenienti da altri paesi dell’Unione europea, secondo i più critici, non farà altro che consolidare le sovvenzioni alle fonti fossili. Inoltre la bozza della Commissione propone di cancellare ogni “sussidio pubblico dannoso”, sottolineando (non a caso) come “il sostegno pubblico ai produttori di elettricità rinnovabile nazionale abbia spesso creato distorsioni di costo”. Una vera e propria inversione di marcia dunque, quella intrapresa dal nuovo esecutivo europeo, palesemente disposto a scartare le ambizioni verdi e sostenibili della passata Commissione.

 

Purtroppo la proposta della Commissione che sarà adottata il 25 febbraio – la cui bozza finale è stata appena divulgata – si affida ancora alle fonti fossili ed alle rendite di posizione ad esse legate”, dichiara il senatore grillino Gianni Girotto. Nel documento Bruxelles afferma anche di voler eliminare le attuali politiche di tariffazione elettrica regolata a protezione delle fasce più deboli delle popolazioni sostituendole con provvedimenti all’interno delle “politiche sociali”, primi bersagli però degli programmi di austerità imposti dall’Europa stessa. “Un europeo su quattro vive in povertà. Sono oltre 123 milioni di cittadini che – tra l’altro – non hanno accesso a tariffe elettriche eque. Ma la Commissione non offre alcuna alternativa efficace ed immediata al problema del costo sempre più elevato delle bollette elettriche.”

 

In quest’ottica crediamo che l’Italia debba far sentire la propria voce, spingendo la Commissione verso una politica energetica più ecologica e sostenibile dal punto di vista economico e sociale. Invitiamo pertanto il ministro Federica Guidi – dice l’esponente grillino – a riferire subito in Parlamento sulla posizione italiana. La trasparenza in questa fase è un valore assoluto e non rinunciabile. Il governo coinvolga tutti gli attori economici dei settori dell’energia. E si costruisca insieme a loro una strategia da portare in Europa. L’esecutivo – conclude Girotto – si faccia promotore per il superamento del 27% di energie rinnovabili in accordo con gli obiettivi di protezione del clima al 2030”.

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