Per la prima volta l’elettricità senza emissioni britannica supera la produzione fossile
(Rinnovabili.it) – Ottima annata, quella del 2019 per le rinnovabili britanniche. Le green energy, e in particolare i parchi eolici nelle acque del nord, hanno aiutato il Regno Unito a smarcare il comparto elettrico dalla pressione delle fonti fossili. Secondo quanto riferito dalla National Grid, infatti, l’anno che si è appena concluso ha segnato un nuovo record per l’elettricità senza emissioni targata UK, raggiungendo il 48,5 per cento del mix produttivo dell’isola. Carbone, gas e petrolio si sono dovute spartire un 43 per cento, quota significativamente inferiore rispetto al 2018. Il restante 8,5 per cento è stato coperto invece dalle biomasse.
I dati vanno ovviamente presi con le pinze: nella percentuale di elettricità senza emissioni calcolata dall’operatore di rete, la voce nucleare affianca eolico, idroelettrico e fotovoltaico. In altre parole il sorpasso è avvenuto anche grazie all’atomo nonostante non manchino meriti e risultati esclusivi delle rinnovabili. Uno di questi riguarda il terzo trimestre 2019: per tre mesi il parco rinnovabile UK ha generato 29,5 TWh elettrici contro i 29,1 TWh forniti dalle fossili. E sebbene il distacco possa sembrare piccolo e il sorpasso sia stato momentaneo, l’evento è considerato dagli esperti di settore una pietra miliare nel percorso di sviluppo energetico britannico. Solo 10 anni fa, infatti, carbone e gas avevano il dominio quasi assoluto del settore elettrico, fornendo un contributo 10 volte maggiore rispetto l’attuale.
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Un altro piccolo record verde è stato raggiunto a maggio, quando per 18 giorni consecutivi la Gran Bretagna è riuscita a fare a meno delle sue centrali termoelettriche a carbone grazie al contributo delle FER. Una prima volta unica per la storia del Paese, dal 1882 a oggi.
Il repentino calo dei costi rinnovabili, unitamente ad un comparto eolico sempre più forte e potente, ha fatto la differenza. Al punto che negli ultimi cinque anni, la quantità di capacità rinnovabile è triplicata, raggiungendo nell’estate 2018 i 41,9 GW. Di contro le fonti fossili hanno perso terreno, tra impianti a fine vita e costi in aumento, diminuendo la capacità cumulata di un terzo, a 41,2 GW.
Parchi eolici, i moduli fotovoltaici e impianti idroelettrici ora generano poco più di un quarto dell’elettricità britannica, rispetto al 2,3% nel 1990. L’energia nucleare rappresenta il 17%, (nel 1990 la quota era al 20%), mentre il carbone è andato via via perdendo terreno. Tuttavia, l’uso del gas è aumentato di pari passo e oggi genera il 38% dell’energia rispetto a solo lo 0,1% del 1990.
“Mentre entriamo in un nuovo decennio, questo (risultato) rappresenta davvero un momento storico e un’opportunità per riflettere su quanto è stato realizzato”, ha commentato l’amministratore delegato della National Grid, John Pettigrew. “Alla National Grid, sappiamo di avere un ruolo fondamentale nell’accelerazione verso un futuro più pulito e siamo impegnati a fare la nostra parte nel fornire un sistema energetico sicuro, che funzioni per tutti”.